‘Fiocchetto Lilla’: open day all’Ambulatorio di Ricerca clinica dei disturbi alimentari dell’Aou ‘Mater Domini’ di Catanzaro

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images ‘Fiocchetto Lilla’: open day all’Ambulatorio di Ricerca clinica dei disturbi alimentari dell’Aou ‘Mater Domini’ di Catanzaro
Il gruppo di lavoro della direttrice Cristina Segura Garcia
  15 marzo 2023 20:00

di FRANCESCO IULIANO

Anoressia, bulimia, bing eating. Una parte importante della popolazione italiana oggi soffre di questi disturbi alimentari, in aumento negli ultimi anni. Si stima che a soffrirne siano più di tre milioni, il 5 per cento della popolazione italiana. Una percentuale che si raddoppia se si parla di adolescenti. 

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Nella ‘Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla’ dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, l’Ambulatorio di Ricerca clinica e terapia dei disturbi alimentari dell’Azienda ospedaliera universitaria ‘Mater Domini’ di Catanzaro, ha aperto le porte per una giornata dedicata ad un open day.  

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“Il nostro ambulatorio - ha spiegato la direttrice dell’ambulatorio di Ricerca clinica, Cristina Segura Garcia - è nato moltissimi anni fa quando ancora qui, di disturbi alimentari, non si capiva nulla. Quindi abbiamo iniziato ad interessarci della materia  sino ad arrivare ai numeri di oggi”.

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Solo nel 2022 l’ambulatorio ha eseguito più di 250 prime visite di pazienti con anoressia nervosa, con bulimia nervosa, con disturbi mentali, con disturbi dell’alimentazione incontrollata. Oltre 2500 controlli, psicoterapie ed altro. 

“In questo ambulatorio - ha aggiunto - cerchiamo di fare il possibile con i pochi mezzi che abbiamo a disposizione. Non c'è un posto letto in tutta la regione Calabria e, nonostante tutto, quotidianamente forniamo un supporto psicoterapico, psichiatrico, internista, dietologico, psicologico”.

Nella struttura anche una cucina offerta qualche anno addietro, dalla sezione cittadina della Soroptimist. “Una cucina per la realizzazione alimentare che utilizziamo per confezionare i pasti con le pazienti. Pasti che vengono consumati nell’adiacente sala mensa. Attualmente cerchiamo di fare, più che altro, pasti assistiti con pazienti che a casa non riescono a mangiare da soli”.

“Per quanto riguarda i nostri pazienti - ha aggiunto Cristina Segura Garcia  - la percentuale più alta è quella riferita alle donne. Solo quando trattiamo casi di obesità, allora, la percentuale si sposta in favore degli uomini. Per quanto concerne l’età, invece, in questa struttura dovremmo trattare pazienti dai 18 anni in su. Dopo la pandemia, però, l’età si è abbassata notevolmente arrivando anche a trattare ragazzi di 14 anni”.

Tra le carenze lamentate dalla professoressa Garcia, soprattutto la mancanza di un day - hospital per dare assistenza a quei pazienti che, ultimata l’attività giornaliera, possano tornare alla propria  residenza. 

“Manca personale e mancano i posti letto. Non ne esiste uno in tutta la Regione e non abbiamo la possibilità di fare terapie intensive ambulatoriali. Qui arrivano pazienti da tutte le province calabresi e quando si presenta la necessità di un ricovero, gli stessi sono costretti a rivolgersi alle strutture fuori regione (Vicenza, Roma, Torino, Milano), costringendo le famiglie di appartenenza a sopportare costi enormi per garantire la vicinanza all’ammalato. Costi che vanno ad incidere anche sul bilancio della sanità calabrese”.  

Sul futuro dell’Ambulatorio, anche un finanziamento del Governo. “Fondi che potrebbero essere subito disponibili se si attivasse, al più presto, un tavolo regionale. A questo proposito abbiamo anche prodotto le linee guida. Se non si agisce subito, c’è la possibilità che questi soldi si possano perdere”.

Per offrire un servizio più adeguato alle esigenze dei pazienti, poi, la professoressa Garcia ha sollevato la necessità di un trasferimento al nuovo policlinico. “Noi operiamo nella vecchia struttura e non abbiamo alcuna possibilità di avere a disposizione, all’occorrenza,  figure sanitarie specifiche come un cardiologo, un internista, un endocrinologo  o qualunque altra professionalità che ci possa garantire di sopperire ad eventuali complicanze fisiche dei nostri pazienti”. 

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