"Anime diverse e sensibilità diverse chiamate a collaborare per il bene della città". Questo l'esordio con cui Nicola Fiorita, per una volta non a braccio ma con il discorso preparato, ha presentato la nuova Giunta. Un esecutivo municipale che rispetto a un anno fa registra qualche ridefinizione delle deleghe e tre avvicendamenti: via Lazzaro, Cosentino e Casalinuovo, dentro rispettivamente Pino, Belcaro e Arcuri. Due di questi sono consiglieri e di conseguenza cambierà qualcosa anche in Aula (LEGGI QUI I DETTAGLI). Peraltro, per effetto dei nuovi innesti, la componente femminile è diventata maggioritaria nell'esecutivo (5 a 4).
E' LA MAGGIORANZA DEL 27, QUELLA CHE HA VINTO IL BALLOTTAGGIO FRA PROGRESSISTI E MODERATI
Con questa premessa Fiorita ha rimbalzato le accuse di uno spostamento dell'asse verso centrodestra, convertendolo nel matrimonio fra progressisti e moderati. "Sono un sindaco progressista che non rinunciato a nulla". Fiorita ha subito detto: "Questa maggioranza è quella del 27 giugno. Sono diventato sindaco dopo il ballottaggio di un anno fa grazie al contributo leale di Antonello Talerico. Ripresentiamo la maggioranza del 27 giugno". Ha ribadito più volte, dicendo di aver voluto conseguire: "un rafforzamento e un ampliamento di quella maggioranza. Che era un obiettivo che ci siamo posti fin dall’inizio della legislatura". "Alcuni consiglieri candidati nella coalizione di Donato hanno in autonomia spostato in autonomia il progetto ritenendo inadeguata la posizione assunta dai partiti di centrodestra tesa soltanto a mettere in difficoltà questo sindaco e l’Amministrazione". Per Fiorita: "Bisognava curare l'anatra zoppa".
LE FRECCIATE A DESTRA E A SINISTRA E TRA UN ANNO "UN NUOVO TAGLIANDO"
Poi qualche messaggio non troppo criptico. Uno rivolto al lato più a sinistra: Se qualcuno oggi storce il muso per questo patto per la città non aveva l’atteggiamento schizzinoso di un anno fa. Non vorrei che qualcuno misurasse le vicende politiche in ragione delle sole ambizioni personali". Poi un stoccata un po' più a destra: "Non c’è alcun pericolo di snaturamento del progetto originario. Il programma resta esattamente quello che avevamo presentato in Consiglio comunale. L’impianto programmatico resta immutato. A me sarebbe piaciuto". C'è poi il rimpianto legato alla trattativa naufragata con la compagine di Valerio Donato: "Speravo che questo allargamento fosse ancora più ampio. Cerco di dare massima trasparenza. Mi sarebbe piaciuto che entrasse in maggioranza il gruppo di Azione. Le interlocuzioni non sono sfociate in un ingresso in Giunta e in questa maggioranza". In ogni caso, Fiorita già fin da ora non esclude nuove rivisitazioni nell'ottica di una continua valutazione dell'operato: "Tra un anno un nuovo tagliando".
IL CASO PD. "LAVORIAMO DI SQUADRA SENZA LOGICHE DI APPARTENENZA"
Su tumulti nel Pd e con il Pd, il sindaco ha girato largo: "Questo passaggio rappresenta un passaggio politico. Però provate a guardare le cose con gli occhi di questo sindaco. Noi abbiamo formato una Giunta che aveva un profilo polito e un forte politico tecnico. Oggi resta una Giunta che ha un profilo un po' più politico e un po' meno tecnico, ma la presenza di ciascun assessore non può essere misurata soltanto in questi termini. Mi sono dimenticato a chi appartenevano gli assessori. Nessun assessore si è sentito in quota di qualcuno. Noi abbiamo e volgiamo lavorare come squadra. Al di là della necessità di dare stabilità e dare rappresentanza reale fra quelle che sono le forze in Consiglio e quelle in Giunta non la ridurrei a una questione di appartenenza".
IL RINGRAZIAMENTO AGLI ASSESSORI USCENTI E LE PROSSIME TAPPE AMMINISTRATIVE
E' parso provato quando ha ricordato gli assessori uscenti: "C’è un elemento di grande rammarico. Il fatto che alcune persone che avevano iniziato con noi la nostra avventura hanno lasciato il campo. A loro va un grande ringraziamento. Questo passaggio impone a tutti dei sacrifici". Fiorita ha infine rilanciato l'azione amministrativa ricordando le prossime tappe: dalla Grande Catanzaro alle misure per contrastare il taglio del reddito di cittadinanza fino al Psc. (g.r.)
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