Foibe, Catanzaro ricorda i martiri: istituzioni e studenti uniti nella memoria

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da sinistra: Domenico Furgiuele, Filippo Mancuso, Eugenio Riccio, Wanda Ferro, Fabio Lagonia
  07 febbraio 2025 18:54

di IACOPO PARISI

L'importanza di tramandare alle nuove generazioni la memoria della tragedia delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata è stata al centro di un incontro commemorativo, organizzato dal Comitato 10 Febbraio, che ha visto la partecipazione di personalità istituzionali e studenti. L'evento si è svolto questa mattina nella Sala della Cultura della Provincia di Catanzaro, moderato dal consigliere provinciale e comunale Eugenio Riccio.

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L'assessora alla Cultura, Donatella Monteverdi, ha evidenziato come le vittime delle guerre, indipendentemente dall'età o dal genere, abbiano tutte pari dignità. "Oggi dobbiamo riflettere sulle conseguenze di una parola terribile come 'guerra' e sull'impatto che ha avuto nei nostri territori. Noi siamo stati una generazione fortunata, la prima a non aver vissuto un conflitto, e dovremmo riflettere sul fatto che le divisioni sono state create dai governi, non dai popoli".

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Il Prefetto di Catanzaro, Castrese De Rosa, ha sottolineato l'importanza di giornate come questa, soprattutto in presenza degli studenti, richiamando l'appello di Papa Francesco affinché si superi la logica dello scontro per abbracciare quella dell'incontro. Anche il Questore di Catanzaro, Giuseppe Linares, ha invitato i giovani a non considerare la pace come scontata, poiché la mancanza di tolleranza e le discriminazioni totalitarie possono degenerare in conflitti.

Il presidente provinciale di Gioventù Nazionale, Silvio Rotundo, ha dedicato un momento alla memoria di Norma Cossetto, giovane studentessa italiana vittima delle foibe, invitando i ragazzi a immaginarla come una loro coetanea, sottolineando la brutalità della sua sorte. "Ricordare la tragedia delle foibe significa fare giustizia sociale", ha dichiarato.

Fabio Lagonia, presidente del Comitato Dieci Febbraio, ha approfondito il contesto storico degli eventi, evidenziando il ruolo di Josip Broz Tito nella persecuzione degli italiani in Istria e Dalmazia e l'enorme portata della tragedia, ancora oggi testimoniata dalle scoperte di fosse comuni in Slovenia. Ha ricordato episodi emblematici, come la strage di Pola e la vicenda dei cantierini di Monfalcone, vittime della repressione titina

Particolarmente significativa è stata la testimonianza di Silvano Scherl, esule istriano, che ha offerto un racconto diretto della violenza subita dagli italiani. "Avevo otto anni quando l'Italia entrò in guerra. Sapevamo che eravamo in guerra, ma non avevamo ancora vissuto grandi sofferenze. Poi arrivarono i tedeschi in Istria e, nel maggio del 1945, vidi scene che non ho mai potuto dimenticare". Ha descritto con lucidità e dolore le atrocità cui assistette, come i segni delle torture inflitte ai prigionieri, le ciocche di capelli insanguinate attaccate ai muri e le umiliazioni subite dalle vittime. Un racconto che ha scosso profondamente la platea e reso tangibile l'orrore di quegli anni. "La libertà va rispettata e dobbiamo imparare ad apprezzare ciò che essa ci concede", ha concluso.

L'onorevole Domenico Furgiuele, parlamentare di Fratelli d'Italia, ha rimarcato l'importanza della ricerca della verità storica, rivolgendosi direttamente ai giovani presenti. "Perché è importante parlarne oggi? Perché avete il dovere morale di ricercare la verità vera. Avete il dovere morale di andare oltre a quello che vi è stato raccontato fino ad oggi. Tragedie che la politica del tempo ha voluto insabbiare perché era troppo difficile giustificarle. La politica persegua la verità", ha affermato con fermezza.

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha sottolineato l'importanza di preservare la memoria storica e di custodire la democrazia come un valore sacro. "Tutti i regimi totalitari devono essere respinti con forza", ha dichiarato, aggiungendo che la democrazia va difesa quotidianamente e non può essere data per scontata.

La sottosegretaria di Stato al Ministero dell'Interno, Wanda Ferro, ha proceduto con i saluti istituzionali per poi esprimere soddisfazione per la volontà di ascolto degli studenti presenti, ricordando come la Giornata del Ricordo sia stata istituita solamente nel 2004 per onorare le vittime delle foibe. Ha citato l'importanza del lavoro di associazioni come l'ANPI, che occupa un ruolo centrale nella memoria della Resistenza, in quanto contribuisce in egual misura alla diffusione della memoria sulle foibe e non solo, affinché non vi siano narrazioni parziali o dimenticanze strumentali. Ferro ha ribadito la necessità di difendere la democrazia ogni giorno, sottolineando che il ricordo delle vittime delle foibe non deve mai essere soggetto a revisionismi politici e che è dovere delle istituzioni tutelare la memoria di queste tragedie. Ha deciso di concludere leggendo un messaggio di Maximiliano Hernando Bruno, regista del film sulla storia di Norma Cossetto, dedicato proprio alla giovane vittima:

"Cara Norma, il nostro viaggio insieme è giunto alla fine. Oggi finalmente la tua storia arriva nei cinema di tutta Italia, ognuno potrà conoscere la tua storia e quella di tanti Italiani uccisi. È stato un viaggio duro, faticoso e maledettamente difficile… ore… giorni… mesi… anni. Ora questo tuo bel sorriso che mi ha accompagnato durante il lungo percorso ha finalmente motivo di esistere. Sorridi Norma! Sorridi! Ce l’abbiamo fatta!".

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