Fondi Covid al personale sanitario. Francesco Pitaro: "Le Aziende sanitarie stanno trattenendo indebitamente le indennità"

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  21 giugno 2021 17:49

“Le Aziende sanitarie, ospedaliere e ospedaliera-universitarie stanno trattenendo indebitamente i fondi destinati al personale sanitario impegnato nella lotta al Covid-19. Fondi assegnati dai decreti legge NN. 18/2020 e 34/2020 per la remunerazione delle competenze accessorie del personale delle Aziende del SSR impiegato nell’attività emergenziale (nell’esercizio 2020 per complessivi € 14.055.923,29) e trasferiti alle aziende sanitarie e ospedaliere dal Dipartimento Tutela della Salute e Servizi Sociali e Socio-Sanitari con decreto dirigenziale N. 3467 del 1/4/2021. Eppure, gli operatori sanitari sono costretti a mobilitarsi per pretendere non un favore ma un diritto che riconosce il lavoro svolto (e che continuano a svolgere) con mille sacrifici nell’affrontare la terribile fase pandemica”.

Lo fa presente il consigliere regionale Francesco Pitaro in un’interrogazione a risposta scritta inoltrata al presidente Spirlì dopo aver incontrato una delegazione di infermieri dell’Asp di Catanzaro, membri del sindacato “Nursing up”, composta da Fabio Bruschi, Andrea Spanarelli, Carlo Cuda e Stefano Maida.

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“Resta incomprensibile – commenta Pitaro – il motivo per cui tali risorse disposte, a buona ragione, per i lavoratori della sanità stiano ferme nelle casse delle Asp e delle Aziende ospedaliere. Il presidente Spirlì è a conoscenza del fatto che chi ha operato e continua a operare instancabilmente per il bene della comunità, garantendo prestazioni essenziali e imprescindibili, viene bistrattato con irrispettosa noncuranza? Quali atti e iniziative politico-amministrativi intende adottare al fine di permettere ai detti operatori sanitari di ricevere con sollecitudine i fondi regolarmente previsti e riconosciuti dai decreti legge NN. 18/2020 e 34/2020? Non si perda altro tempo – conclude il consigliere regionale – e si interrompa questo circolo vizioso di lassismo e indifferenza che calpesta i diritti fondamentali dei lavoratori”.

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