
È stata formalmente protocollata oggi, al n. 134718, la richiesta di convocazione urgente del Consiglio comunale di Catanzaro per fare piena luce sulla gravissima vicenda della restituzione di 404.343,95 euro alla Regione Calabria. Risorse che erano state assegnate al Comune in applicazione della Legge 12 giugno 2016 n. 112, la cosiddetta legge sul “Dopo di Noi”, destinata all’assistenza delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare.
La richiesta, indirizzata al Presidente del Consiglio comunale, porta la firma di dieci consiglieri comunali: Valerio Donato, Antonello Talerico, Stefano Veraldi, Gianni Parisi, Sergio Costanzo, Manuela Costanzo, Gianni Costa, Jonny Corsi, Francesco Scarpino e Francesco Assisi.
Alla base dell’iniziativa politica vi è la determinazione dirigenziale n. 3799 del 15 dicembre 2025, con la quale l’Amministrazione ha disposto la restituzione dell’intera somma alla Regione Calabria. Un atto che ha immediatamente sollevato forti preoccupazioni e un’ondata di proteste da parte di cittadini, enti e associazioni del Terzo Settore, che da tempo denunciano inefficienze nella gestione delle politiche sociali comunali.
Nel documento protocollato, i consiglieri sottolineano come le risorse oggetto di restituzione fossero vincolate a interventi fondamentali per la tutela della disabilità e dell’autismo, ambiti nei quali il bisogno di servizi strutturati e continui è particolarmente urgente. Da qui la richiesta di un confronto immediato e pubblico all’interno del massimo organo rappresentativo della città.
L’ordine del giorno proposto prevede un unico punto, ma di estrema rilevanza politica e sociale:
le politiche di sostegno a famiglie, enti e associazioni del Terzo Settore messe in atto dall’Amministrazione comunale; le problematiche connesse alla restituzione dei fondi previsti dalla Legge 112/2016; le iniziative e i provvedimenti conseguenti che gli organi comunali competenti dovranno adottare, con precise linee di indirizzo.
L’obiettivo dichiarato è quello di accertare responsabilità, individuare criticità gestionali e soprattutto evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro, con il rischio di compromettere diritti fondamentali delle fasce più fragili della popolazione.
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