Riceviamo e pubblichiamo una lettera denuncia molto toccante di un paziente di Crotone, Enzo Filareto, che racconta la sua odissea
A Crotone la mia malattia oncologica come quella degli altri non è solo una sfortuna, è una cicatrice neurochirurgia oltre che ambientale. Non serve girarci attorno. Crotone è stata contaminata non solo nell'ambiente ma nei corpi delle persone. I metalli tossici, il tenorm, il random, il polonio non sono sigle chimiche o concetti, sono sostanze reali e le abbiamo respirate, ingerite e accumulate. Il risultato si vede nei reparti oncologici, nelle case, nelle famiglie .Malattie che non nascono per caso, ma per esposizione continua a sostanze genotossiche.
Poche righe toccanti, vere, che fanno capire come il problema non sia solo ambientale, ma sanitario, umano e biologico. Non è stato mai fatto un studio vero tossicologico su chi vive a Crotone. Nessuna analisi del sangue per cercare metalli pesanti nei cittadini. Nessuna correlazione tra inquinamento e tumori subiti anche se i dati parlano chiaro. Un oncologo calabrese, il dr. Pasquale Montilla, è stato l'unico a focalizzare l'attenzione tra clinica oncologica, tossicologica e prevenzione primaria. L'unico che si è avvicinato alla tossicologia del cancro e lo dice chiaramente con la forza di un leone: le patologie tumorali qui vanno lette in un altro modo come conseguenza del rischio chimico da profonda contaminazione chimica di cancerogeni. Un avvelenamento costante e micidiale per la salute umana. Adesso serve reagire perché a Crotone la malattia non è solo destino, ma una conseguenza e negarlo è complicità.
A Crotone i malati di cancro della ex-Pertusola non stanno recitando come attori una parte, non sono simboli del disagio ambientale e della mediocre indifferenza calcolata della politica, ma l'espressione di un fallimento culturale umiliante. La malattia tende a umiliare, ma la dignità per quanto isolata sopravvive nei sorrisi e nella voglia di resistere. Questo è quello che accade ad Enzo che, dopo avere subito una craniotomia in un sterile reparto di neurochirurgia per un cancro al cervello, ha deciso di raccontarsi e alzare i toni della protesta civile verso l'insopportabile incompiuto frustrante progetto della bonifica di cancerogeni sommersi della sua città di Crotone e finiti nel suo cervello in modo non casuale.
"A Crotone non si riesce a trovare il confine tra bonifica sanitaria di prevenzione secondaria, oncologia clinica e diagnostica molecolare oncotossicologica di precisione. Sembra di vivere in una condizione di schizofrenia scientifica", il commento del dottore Montilla.
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