di FRANCESCO PACILE'
Sono passati quasi sessanta giorni da quando il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha varato la necessaria e doverosa restrizione delle libertà costituzionali per far fronte all’emergenza provocata dall’epidemia di Covid19.
Da allora, a discapito di un certo sentire comune, salvo le dovute e ahimè nefaste eccezioni, gli italiani hanno rispettato le misure varate dal Governo con grande senso del dovere, consapevoli che queste fossero necessarie non solo per proteggere la propria salute, ma anche e soprattutto per proteggere quella degli altri.
A pochi giorni dal 4 maggio, data di inizio della così detta FASE 2, la confusione regna però sovrana.
Intendiamoci: la situazione è stata, è e sarà anche in futuro, sicuramente grave e complessa, e al posto del Professor Giuseppe Conte tutti avremmo avuto difficoltà a decidere cosa fosse o giusto e cosa fosse sbagliato per il bene del Paese.
Tuttavia questa gravità e questa complessità non possono esimerci da alcune critiche costruttive rivolte non tanto all’Avvocato che da ormai due anni presiede il Governo dell’Italia, quanto ad un sistema politico-partitico che da ormai troppo tempo ha esautorato sé stesso, in maniera più o meno cosciente, dal potere (costituzionalmente riconosciuto) di prendere decisioni in nome del Popolo Sovrano.
In un momento storico in cui le democrazie liberali sorte dal sacrificio e dal sangue di milioni di persone nello scorso secolo, stanno subendo una costante erosione da parte di sentimenti demagogici e nazional-populisti che tutti pensavamo morti e sepolti, credo che la scelta del nostro Governo e di chi lo presiede di esautorare nei fatti il Parlamento espressione della volontà della sovranità popolare sia sbagliato tanto in fatto quanto in diritto (per utilizzare un’espressione cara agli avvocati e ai magistrati).
Tralasciando volontariamente la confusionalità di alcune norme contenute nei vari DPCM (Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri) emanati dall’8 marzo ad oggi (ultima tra tutte, ad esempio, la nozione di “congiunto” e di “affetto stabile”), l’esautorazione nei fatti del Parlamento è sbagliata in fatto perché non consente a Deputati e Senatori di svolgere il proprio ruolo di proposta e di controllo sull’operato del Governo (i DPCM infatti, in quanto atti di natura amministrativa non sono tenuti a passare al vaglio della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica), ed è sbagliata in diritto perché la nostra Costituzione ha in sé tutti gli strumenti per far fronte anche a situazioni emergenziali come questa.
Vista la necessità di misure urgenti per far fronte alla crisi sanitaria, non sarebbe stato meglio utilizzare il decreto legge che ai sensi dell’articolo 77 della nostra carta costituzionale deve necessariamente passare dal vaglio parlamentare per la sua conversione in legge? Al posto delle numerose task force in cui sono impegnate 450 persone (???), non sarebbe stato meglio utilizzare per la FASE 2, che sarà una fase di ricostruzione/rinascita, le commissioni parlamentari ad hoc in cui siedono i rappresentati del Popolo? Al posto della task force sulla ricostruzione economica presieduta dal Dott. Vittorio Colao non sarebbe stato meglio mettere in funzione il tanto vituperato CNEL (Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro), che tutti in tutte le legislature si prova ad abolire, presieduto dall’ex Ministro della Repubblica, nonché Professore emerito di diritto del lavoro, Tiziano Treu?
Evitando in questa riflessione di soffermarci sulle lacune dell’ultimo DPCM (che ne sarà di scuola e università? Quale è il piano, come raccomandato dall’OMS, per tamponare, tracciare, controllare ed isolare i nuovi contagiati? Esiste un piano per “richiudere” il Paese in caso di nuovo aumento della curva epidemica e della tasso di contagiosità? Perché non è stata prevista un’apertura differenziata tra Regioni?), è bene far notare come quanto sopr’anzi affermato sia frutto di un lungo periodo di tempo in cui la Politica, per colpe proprie, si è volontariamente delegittimata.
Pensare che la gestione di un Paese possa essere affidata ad un team di saggi/esperti/scienziati, comunque necessari per far prendere ai governanti le decisioni nel modo più saggio possibile, è profondamente sbagliato e antidemocratico.
In democrazia la legittimazione a prendere le decisioni (secondo i modi e i limiti previsti dalla Costituzione) spetta a chi è eletto dal Popolo Sovrano, e i governanti dovranno rispondere ad esso attraverso il meccanismo elettorale.
Anni di leggi elettorali che a livello nazionale hanno portato in Parlamento una pletora di nominati anziché di eletti, ed una continua auto-delegittimazione da parte della Politica e del Parlamento, hanno condotto ad uno svuotamento delle istituzioni e ad un lenta disaffezione dei cittadini nei confronti della democrazia.
L’epidemia di Covid19, con l’annessa realizzazione e attuazione di una vera FASE 2, dovrà essere l’occasione per rafforzare la nostra Democrazia parlamentare anziché svuotarla, attraverso una piena applicazione di tutte le norme prevista dalla Costituzione repubblicana ed antifascista, che deve essere oggi e dovrà essere sempre anche in futuro, il faro a cui tutti i cittadini e i governanti guardano speranzosi.
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