di FRANCO CIMINO
L’ingegnere Raffaele Scalise si è dimesso da assessore rimettendo, dai lavori pubblici alla gestione del territorio, deleghe assai importanti. Si potrebbe dire, deleghe di vero potere. Quelle che, in passato e oggi dappertutto, fanno la fortuna di chi ha ambizioni politiche. Ovvero, la disgrazia di chi quel potere esercita con scarso senso morale. Queste dimissioni non sono una novità. E clamore non suscitano. Erano annunciate da tempo. Le motivazioni, non politiche, sono di quelle che non puoi non accogliere. Tuttavia, sorprendono i catanzaresi in questo agosto di fuoco. E procurano loro dispiacere autentico. Io sono tra questi. Premetto che non conosco Scalise. Per nulla. Mai incontrato di persona. E mai scambiato due parole con lui. Neanche in occasioni pubbliche. Ne ho la fisionomia solo per le rare immagini che sono circolate di lui. E lui mi
perdonerà se, incontratici casualmente su un qualche percorso comune, io non l’avrò salutato. Peggio, se il saluto me l’ha porto lui, senza che me ne accorgessi. E, però, per amore della nostra Città, e l’attenzione continua verso l’Amministrazione che la governa, ho seguito molto il suo lavoro. Il Sindaco nel messaggio di saluto, accogliendo le dimissioni, ha detto dei meriti acquisti dall’assessore nella pesante, difficile, diuturna fatica, a servizio della Città. Tutte le opere di questi due anni portano la sua firma. E il suo lavoro ingegnoso. Sarà, di certo, così . É così, sicuramente. Ma io voglio salutarlo con affetto e stima per tanto altro, che non sempre di vede in chi amministra la cosa pubblica.
Specialmente, in coloro che la concepiscono come cosa propria. Di Scalise ho apprezzato la voglia di lavorare senza pretendere nulla che i risultati del suo lavoro. Non onori, non riconoscimenti, non i grazie che gli si dovevano da chi grazie gli doveva. Ho apprezzato l’umiltà con cui ha faticato, la discrezione e la sobrietà. Non quel centinaio di comunicati stampa, doliti in molti. Non le centinaia di presenze in televisioni, non una partecipazione ad eventi mondani. E non l’obbligo a chi lo invita, di recitargli dal palco la solita pretesa litania sulla grandezza e sulle alte capacità dell’assessore del” vedete quanto è bello e buono lui che di più belli e più buoni al mondo non ce n’è.” Siamo una Città provinciale e proprio questo normalmente avviene, senza che i cittadini si infastidiscano almeno un po’. Ho apprezzato Scalise, per l’eleganza con cui ha sempre evitato di entrare nelle brutte polemiche della politica comunale. Per la lealtà nei confronti del Sindaco e i suoi colleghi di Giunta. Per il rispetto delle istituzioni, specialmente il Consiglio Comunale.
Per l’educazione e il rispetto nei confronti , non dell’opposizione politica, purtroppo assente da troppi anni dalla nostra Città. Ma per quanti, sinceramente o strumentalmente, non hanno condiviso talune decisioni riguardanti il suo ufficio. Ho apprezzato Scalise per altri due motivi in uno, l’autonomia e il distacco esercitato nella sua funzione pubblica, rispetto alla sua stretta sfera professionale. É noto che sia titolare di uno degli studi tecnici più importanti della provincia. E anche per aver sancito, egli stesso, l’odierna incompatibilità quando si è accorto di non poter trascurare il lavoro che gli dà il benessere, non vivendo con lo stipendio, pur oggi lauto, della carica. L’ho apprezzato, infine, per la gentilezza dei modi. E per quest’ultima con cui lascia il potere. Cosa rara. Davvero. Potrebbe essere una lezione per tutti. Ché la Politica è servizio gratuito alla gente, non lo strumento di cui servirsi ingannando la gente. Grazie ingegnere. Voglia gradire l’invito, che da qui le rivolgo, per una bella granita in uno dei nostri bar del Centro Storico. Al mare fa troppo caldo . E Catanzaro è la Città più bella, perché offre la frescura a soli cinque minuti dal suo litorale.
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