Franco Cimino: "C’è Catanzaro e il Catanzaro, la città è la squadra"

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Franco Cimino
  24 agosto 2023 13:52

di FRANCO CIMINO

Lo stadio c’è. I lavori sono stati ultimati. Progetti e soldi sono stati ben impiegati, che prontamente inviati dalla Regione erano stati. Il tempo tecnico, però, non ha corrisposto a quello federale. Per cui la nostra prima partita in casa la faremo “fuori casa”. In un campo amico di una città amica, la cui squadra, simpatica e gentile, non solo ha gli stessi colori della nostra, ma, in qualche modo, anche quasi la nostra storia e la nostra fisionomia, oltre che l’eguale nostra cultura sportiva. Se si considera che non è difficile raggiungere Lecce, i nostri giallorossi vedranno i posti dello stadio riempiti di striscioni e di tifosi delle aquile. Adesso spazio a due emozioni.

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A seguire due considerazioni e una conclusione. Bravi tutti coloro che hanno lavorato per lo stadio in tempo “ record”. Tutti davvero, dal Sindaco ai direttori dei diversi lavori, dall’assessore ai Lavori Pubblici al presidente della Società. Delusione comprensibile dei tifosi che ci tenevano molto, dopo averci sperato, a che questa partita di debutto si giocasse sul nostro campo. Queste le emozioni. Considerazioni: evitiamo di fare trionfalismi e di celebrare la normalità come eccezionalità. Non facciamo anche questa volta i soliti provincialotti o i soliti furbetti. I lavori allo stadio sono stati possibili per il trasferimento dalla Regione di tre milioni di euro. “Bene, bravi, bis” , diceva un vecchio “ adagio”. Dov’è il miracolo? La Regione deve ancora tanto al suo capoluogo. Questi soldi non sono neppure una parziale riparazione o un qualche anticipo di quanto è dovuto al Capoluogo di… regione.

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La squadra ha compiuto un salto di categoria portando il calcio calabrese, per una sua parte, nella serie tanto ambita. E tanto attesa. Neppure questo è un miracolo. Per quanto bravi i dirigenti e i tecnici ad allestire una buona formazione e i giocatori a vincere, il Catanzaro, squadra della Città Capoluogo con una grande storia calcistica dietro le spalle, non ha fatto altro che il suo dovere. Almeno, fin qui. Ha raggiunto una postazione degna del suo rango. Per quanto importanti e utili e preziosi siano quei tre milioni, euro in più euro in meno, la Regione ha fatto in piccola parte il suo dovere. Non era facile che ciò avvenisse e con questa celerità, per cui va dato merito al presidente del Consiglio Regionale di averli ottenuti.

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Tuttavia, occorre dire che ciò non era facile in una Calabria in cui ogni dovere si trasforma in concessione benevola, ogni ritardo rispetto a quel dovere in eroismo. Avuto i soldi praticamente nel vecchio contante, c’era solo da eseguire i lavori. Il tempo record realizzato, se compiuto adeguatamente, vuol essere un tempo tecnico attuabile. Pertanto, è stato attuato. Fatto giusto e normale. Anche qui non si celebri la vittoria di Garibaldi. Si sia contenti, invece, di aver adempiuto bene a un dovere. Professionale e politico. Conclusione: adesso che il campo c’è, la squadra anche, lo stadio è bello e la formazione complessiva della compagine è forte, l’intesa tra Comune e Regione sembra esserci pure, si lasci il calcio ai tifosi e si restituisca finalmente la Città ai cittadini. Ché Catanzaro non è solo la squadra. E il giallo e il rosso si trova a campeggiare nello storico gonfalone dell’antica realtà urbana dei Tre Colli. Adesso, tutti insieme si pensi ai problemi veri della gente. Alla povertà, che in parte sempre più larga la prende e nell’altra da presso la minaccia. Alla sanità, che non decolla e alle sue strutture vecchie e nuove, che dobbiamo far decollare. All’Università, con le sue due facoltà centrali, Medicina e Giurisprudenza, da potenziare.

E all’Università, come istituzione del sapere e della ricerca scientifica, per un dialogo finora mai avviato con il territorio. E per un fecondo rapporto, mai realizzato, che metta il sapere in sintonia con la cultura del luogo e la sensibilità dei cittadini, al fine anche per realizzare la crescita unitaria e contestuale sia della Città, sia dell’Università. E, non per finire, se non questo articolo, si difenda quel che resta del nostro territorio, ancora e ininterrottamente deturpato, più che totalmente consumato, dalla speculazione edilizia e dall’egoismo di chi non ama Catanzaro e degli incolti che non ne conoscono la bellezza. E si faccia presto. Cioè subito senza i vecchi giochi sui tempi, sempre dilazionati, del Piano Strutturale, che si rivelerà inutile quando non vi sarà più spazio da razionalizzare. Parafrasiamo quell’antico principio …cristiano.

Lo si reciti così:” lasciamo a Floriano ciò che è di Floriano e a Nicola ciò che è di Nicola. Ai tifosi sugli spalti ciò che è loro. E ai cittadini, nelle scuole, nei posti di lavoro, nelle strade e nelle piazze, ciò che è dei cittadini. La domenica a urlare “ Forza Catanzaro!” Il resto della settimana …la stessa cosa. Solo che non è uno slogan o un grido di battaglia. Ma il moto del cuore di una nuova coscienza civile e politica.

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