di FRANCO CIMINO
La giornata è bella, c’è il sole. Il cielo è luminoso, il vento promette di riposare, il freddo buono é arrivato e durerà poco, il Cosenza sta per arrivare, i suoi tifosi pure( gli ottocento sugli spalti della curva sud o i probabili mille confusi tra le diverse tribune) lo seguiranno poco dopo.
Ed è il derby tanto atteso. In questa categoria mancava da tanti anni. Vi è finalmente ritornato, con il ritorno o permanenza dei giallorossi e i rossoblu nella seria B, la più bella categoria per le squadre piccole delle città piccole, perché è carica di sogni e speranze, di fatiche operaie e di eroismo. Sarà una bella partita, tanto bella sotto il piano sportivo e di più di quello tecnico, che davvero poca importanza avrà il risultato. E per le due tifoserie e per le due città.
E per lo Sport, con la maiuscola. Il sistema di sicurezza della Forza Pubblica ha fatto bene a impiegare ogni strategia e tutte le forze disponibili per prevenire ed eventualmente “ fronteggiare” il rischio di incidenti di cui abbiamo tutti conoscenza per i fatti deplorevoli accaduti in passato. Ma questa volta, ne sono certo, non ve ne sarà bisogno. Tutto andà bene. Sarà, questa partita, collocata intelligentemente in un orario buono, l’occasione più preziosa per far pace tra le più accese finora contrapposte tifoserie. E perché no? magari per fare un bel gemellaggio. Di quelli che vengono sottoscritti, con tanto di rituale, come fanno gli Stati nazionali. Il clima favorevole è stato, anche qui intelligentemente, preparato, dalle tre più importanti figure della nostra Città, il Sindaco, il Presidente, il catanzarese innamorato della squadra, dello sport, di Catanzaro. Le parole pronunciate da Nicola Fiorita, Floriano Noto, Fausto Silipo, sono di una bellezza piena. Escono dal formalismo e dal diplomatismo e si riempiono di sincerità. Anche di affetto. Di più, di senso politico dei fatti, che i calabresi, a qualsiasi livello e postazione, compiono. “ Siamo -riassumo in sintesi il loro pensiero- squadre calabresi, appartenenti a due città della Regione, si può stare benissimo insieme in questa serie e, auspicabilmente, in quella superiore, la più ambita. Sarebbe stato ancora più bello, se di questi derby ne avessimo già quest’anno potuto giocare sei ciascuno, comprendendo la Reggina e il Crotone, le due squadre, con la nostra, che hanno avuto la gioia di vivere la serie A. Gioia che auguriamo, sempre dopo aver ripreso la nostra, ( magari quest’anno, aggiungo io)anche alla Città dei Bruzi”. Che bello, bravi! Non so se se a Cosenza i loro omologhi hanno detto la stessa cosa, ma oggi basta che questi pensieri sinceri li abbiamo espressi noi, da qui.
C’è la guerra in ogni parte del mondo e tante morti e lutti e miserie di ogni genere producono. C’è la guerra nelle strade delle nostre periferie e in quelle anche aperte delle grandi città, per le bande di disperati e delinquenti che si scontrano tra loro. Ovvero, assalgono le persone come nel mitico Far West facevano i banditi con i treni e le diligenze. C’è la guerra quotidiano contro la vita. Delle donne. Dei lavoratori. Dei diseredati e delle persone sole. Dei poveri, che crescono a milioni. C’è guerra dappertutto, che aggiungervi quella degli stadi, sarebbe un delitto ancora più grave di quello compiuto in quei campi di battaglia. No, oggi sarà giornata di pace.
Ne sono certo. Ché Catanzaro, il Capoluogo, è Città della Pace. E dell’unità territoriale, economica e culturale di tutta la Calabria. Lo è per la sua storia. Lo è per vocazione, pur se trascurata o tradita. Lo sarà per una progettualità nuova in un bisogno antico e nuovo nel contempo. Quelli di una Calabria, che, per rinascere e crescere nello sviluppo e nella democrazia, ha bisogno di un capoluogo forte e prestigioso. Per questo mi sarebbe piaciuto che in questa giornata, visto l’orario utile della partita, il Sindaco invitasse nella mattinata e per il pranzo, in una delle nostre trattorie, e poi per il dolce e il caffè, in uno dei nostri bar pasticceria, il suo collega di Cosenza e il presidente della Regione, che poco o nulla sanno del loro-nostro “capoluogo”, per far conoscere la bellezza intramontabile, se pur in parte violata, della Catanzaro, nostra e dei calabresi.
A loro, alla ricca e forte Bruzia, alla nostra Regione, di certo gli avrebbe chiesto il dovere di sostenerne il più ambizioso rilancio. Magari noi rinunciando, o mettendo provvisoriamente da parte, la/alla tanta attesa Legge per il Capoluogo, per un migliore e più finalizzato utilizzo dei fondi del PNRR. Sono anche qui certo che il nostro Sindaco abbia provato a fare di questa giornata quella dell’incontro più ampio. Non vi sarà riuscito non per per sua volontà. Non fa nulla. Pazienza. Sarà per una prossima e diversa occasione. Purché ravvicinate. Ché ogni mese che tarda alla costruzione di una nuova unità è guerra persa. Per la Calabria. Tutta. E per il Paese, che di noi ha bisogno per essere forte e utile all’Europa.
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