Franco Cimino: “Forza Francesco, resisti e guarisci. Non dargliela vinta ai nuovi padroni del mondo”

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images Franco Cimino: “Forza Francesco, resisti e guarisci. Non dargliela vinta ai nuovi padroni del mondo”
Franco Cimino
  23 febbraio 2025 12:51

di FRANCO CIMINO

Forse il Vaticano è la chiesa che in quel luogo esprime plasticamente il suo potere. E lì dentro è molto più della giungla che narrano libri e inchieste giornalistiche. E i diversi film, taluni pluripremiati. Forse, la lotta di potere al suo interno è molto più dura di quella che vediamo o immaginiamo. Più dura di quella che si consuma all’interno degli spazi del potere politico ed economico. E non solo in quello.
 
Forse, la lotta per l’assunzione di alti incarichi all’interno della gerarchia ecclesiastica non è un gioco per bambini del vecchio asilo. E quella per la successione al soglio di Pietro,forse, è più pesante e aggressiva di quanto lontanamente e laicamente si possa immaginare. Forse, e senza forse, la lotta per la successione di Francesco è ancora più feroce. Lo è da quando Egli, forse per errore dei “fratelli cardinali”, o di una buona parte di essi, è stato eletto Vescovo della chiesa di Roma. Ovvero, da quando ha pronunciato quel “ buonasera” nella sua prima apparizione dalla loggia centrale della Basilicata di San Pietro. Lo è, di certo, in questi ultimi anni. Da quando, cioè, le condizioni fisiche di Francesco hanno ampiamente dimostrato la sua fragilità e nel contempo una sorta di precarietà, anche di tempo, della sua permanenza sul “trono” più importante al mondo. E nella storia del mondo. Ma quello cui stiamo assistendo in questi ultimi giorni è davvero triste. Preoccupante.
 
Oserei dire penoso. Dalle stanze più buie dei palazzi romani dentro e fuori il Vaticano, arrivano notizie le più inquietanti. Le più disturbanti. Mentre Francesco lotta, probabilmente suo malgrado, per la vita, come dettano i medici che lo hanno in cura e come obbliga scienza e coscienza, le solite congiunture( congiure?) si muovono anche sotto il suo letto. O all’interno di un armadio delle sue stanze. Al Gemelli. E a Santa Marta. Immaginarne il cedimento, quasi fosse una richiesta o un tragico ricatto, del tipo “o ti dimetti o è meglio che tu vada in Paradiso”( come più volte ha ironizzato Lui stesso), offre della chiesa di Roma l’immagine più deludente. Preoccupante. In questo particolare momento del cammino dell’Umanità, in un mondo in cui i valori umani oltre che quelli cristiani sono andati a rovinare, è davvero inquietante. Genera sfiducia e rassegnazione in quanti oggi, nel vuoto di cultura, di etica e di pensiero forte, e della Politica, continuano a vedere in Francesco oltre che il pastore illuminato dalla Fede, la guida morale e “ Politica” per la costruzione di un mondo nuovo. Sano. Bello. Che la Bellezza cerca e cura. Difende e valorizza. Insegna e consegna. Ai giovani, soprattutto. In pace. Questo gioco intorno alle condizioni del Papa, procura, al contrario, una certa serenità, quasi un sollievo, in quei pochi uomini che si ergono a nuovi padroni del mondo. Un mondo alla rovescia, con principi e valori e parole declinati all’incontrario.
 
Con il Diritto e le Costituzioni universali, e i loro strumenti democratici di applicazione e garanzia, mandati al rogo. Nel mentre, freschi di stampa, già circolano i nuovi libricini del nulla umano e del troppo egoistico comandare. Sulle vite delle persone e della Natura. Sui destini degli Stati e sulle destinazioni delle terre. Da quelle arse dai fuochi diversi, a quelle ancora di rare ricchezze. Si stanno riunendo questi nuovi padroni della terra con una certa e sospetta tempestività e frequenza. Come a volersi dire “facciamo presto, non si sa mai”. Se Francesco è lontano o si allontana, se fatica a rialzarsi e la voce è troppo affannosa per parlare, se sta partendo o altrove si ferma e resta, se impegnato a salvarsi o a prepararsi ad andare, oggi si può iniziare a costruire il nuovo ordine mondiale. L’ordine fondato sulla legittimazione delle diseguaglianze, sulla supremazia degli Stati rispetto ai loro stessi popoli, su quella delle nazioni forti, pochissime, nei confronti di quelle deboli, la quasi totalità. L’ordine fondato sulla crescente violenta accumulazione di ricchezza da parte di una decina di autocrati. E sul nuovo dominio di un monolitismo culturale da pensiero unico, imposto attraverso l’uso più estensivo delle tecnologie, la proprietà delle quali sancisce il nuovo dominio assoluto. E la definiva affermazione di un nuovo autoritarismo assai più pericoloso, perché subdolo e persuasivo, dei più feroci fascismi che il mondo ha conosciuto in tutto il novecento. Un nuovo ordine mondiale fondato sul concetto più becero di Pace. Quello che si realizza sulla resa degli aggrediti, sul furto delle loro terre, sul disprezzo dei morti massacrati dalle guerre di occupazione e di annessione. E di mascherata cultura “ genocidiaria”. L’ordine di speculare sulle ricostruzioni dei paesi distrutti da quei signori che fanno le guerre per arricchirsi. Secondo il vecchio schema: “ la guerra per abbattere, la tregua per ricostruire ciò che è stato abbattuto.” E via dicendo su questa impalcatura concettuale, rispetto alla quale la preoccupazione per il saluto con il braccio teso e la mano aperta, di ispirazione romana o di rigurgito fascista, è cosa davvero stupida. Questo lavoro sarà molto più semplice e veloce se Francesco deporrà, suo malgrado, le armi. Le sue. Le uniche che hanno fatto e fanno paura ai nuovi potenti della terra. Quelli, in particolare, che in un’altra logica di dominio hanno già occupato tre quarti di cielo. Ma dietro quelle porte chiuse dei potenti e sotto le finestre del Gemelli, c’è un popolo che soffre. C’è l’Umanità che sta tremando al pensiero di Francesco. Della sua fragilità. Qual è il pensiero che si fa largo nella mente di tutti i cittadini del mondo di buona volontà, siano essi cattolici o non, siano essi credenti e non, laici o atei? E di quale sentimento si compone ? Del dolore, si compone. Dolore di figli verso il padre, che soffre. Il pensiero è di preoccupazione. Che ne sarà di questo mondo senza la figura, il pensiero, la fede profonda, la parola buona di questo grande uomo? Di questo grande Papa? Questa, la prima domanda. Cosa sarà di quella sua Chiesa, in nome della quale(va detto a quanti al posto del Vangelo continuano a vedergli il Manifesto di Marx), Egli si è battuto con forza sovrumana? La Chiesa dei poveri e per i poveri. Che altro non vuol significare se non una Chiesa al servizio dei diseredati, degli esclusi, dei nullatenenti. Per il loro riscatto attraverso una comune lotta per la Giustizia e la Libertà. Per la dignità della persona e l’umanizzazione della società e del potere. Francesco è in pericolo di vita in queste ore. Il mondo dell’umanità silenziosa, quella del dolore e della disperazione, sente la sua sofferenza e la sua lotta, come proprie. La preghiera di non credenti, dei laici e dei fedeli anche di altre religioni, è quella per un miracolo che si realizzi. Lo rimetta in piedi presto. E lo riconduca al comando di questa battaglia per l’umanità nuova. In un mondo nuovo. Un mondo senza guerre. E della Pace. La Pace vera, quella che lui, Francesco, dalle parole di Cristo, ha invocato. La Pace sulla Giustizia realizzata. Sulla Libertà consolidata. Restituita a popoli e persone, insieme alle terre di loro appartenenza e alle ricchezze che essi possiedono già. O che nelle terre buone, della fertilità e dei giacimenti, possono ancora realizzare, secondo il principio inalienabile che la ricchezza è di chi la produce. E la terra, di chi vi abita e di chi la lavora. Di chi in essa produce. Anche cultura. Di chi ne ha diritto. Francesco sarà ciò che il suo Dio vorrà. Ma se dipendesse dalla forza di chi lo ama e di chi in lui spera, domani mattina stesso prenderebbe quel bastone di legno e tornerebbe a camminare per le vie più infuocate del pianeta. Intanto, ciascuno, come può e come sa, preghi. Io che non so da dove iniziare, pregherò Lui stesso. Aspetta, come si fa? Ecco, sì:” Francesco, lotta ancora, non mollare! Non siamo pronti a stare senza di Te. Neppure la Tua Chiesa lo è. Aspetta almeno un po’. C’è questa nuova guerra, la tua antica e cristiana, da combattere. Non dargliela vinta, Tu. Alzati! Per favore, alzati. Combatti. Salvaci. Qui. Adesso. In questa vita. Per questo mondo. Dio lo vorrà. Dio può aspettare ancora. Ché di santi ne ha tanti e tutti belli. 
 

 

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner