Franco Cimino: “Giancarlo Pittelli e l’umanità della ‘giustizia’”

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Franco Cimino
  11 giugno 2024 18:02

di FRANCO CIMINO

Chi fa un lavoro, deve poterlo fare con tranquillità, chi svolge una funzione deve poterla svolgere con serenità. E se pubblica, con il massimo rispetto e la piena fiducia da parte della gente. Più delicata è la funzione, più alto sia il rispetto. In particolare, se la funzione contiene la responsabilità di una qualche decisione sulla vita delle persone . E, direttamente o indirettamente, della società. Insieme a quella dei maestri e dei prof, ovvero anche prima di quella, c’è il lavoro e la funzione, direi la vocazione, del magistrato. In particolare, l’inquirente. Io ho fiducia in chi riveste questo ruolo. E reputo straordinariamente importante il servizio che la Giurisdizione rende al nostro paese, culla del Diritto, prato verde della Civiltà. Pur nel rispetto di ogni indagine come di ogni processo, il porto sicuro del fatto di giustizia, e nella prudenza che si impone a un giudizio personale a carte non lette, esprimo, tuttavia, stupore e dolore, nell’apprendere la notizia di un nuovo mandato d’arresto nei confronti Giancarlo Pittelli. Lo si lasci stare ai processi cui sarà obbligato. Di carcere, nella sua massima misura, ne ha fatto molto per una persona che non ha subito alcuna sentenza definitiva, che potrebbe essere, secondo il nostro Codice, anche di assoluzione. Lo si lasci stare, é un uomo molto provato. Ha già pagato un prezzo altissimo. Lo si lasci alle cure mediche e agli affetti familiari, le attenzioni di cui ha maggiormente bisogno. Dove si vuole che vada, cosa si vuole che faccia, quali fatti, documenti, potrebbe occultare? Quali prove alterare? Giancarlo, è sfinito. Di dolore. Di stanchezza. Di attesa estenuante che le tormentose “attese” finiscano. Lo si lasci preparare la difesa migliore. Quella che solo un indagato, quale che siano le sue competenze e la sua cultura, può rendere a sé stesso e alla Giustizia.

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L’ho visto in faccia Pittelli e se lo Stato vuole riporre fiducia nella persona di un cittadino pulito e onesto, rispettoso della Legge e delle istituzioni, appassionato della Democrazia e innamorato del proprio Paese e dell’Europa, quale non solo io mi sento e sono, ma come la stima della gente mi riconosce, si ascolti la mia preghiera. Questa, che da qui rivolgo agli uomini belli, puliti e onesti, che tutti sono nei due Palazzi giudiziari della mia Città. Si lasci libero Giancarlo Pittelli. E tutti coloro che, come lui, potrebbero ricevere eguale attenzione. Sta arrivando l’estate piena. Si annuncia come rovente. Le carceri, della cui qualità abbiamo parlato nella recente maratona oratoria in piazza Matteotti, indetta dalla Camera Penale, rappresentano una punizione aggiuntiva che moltiplica la pena, se già definita. E la aggrava, come la più pesante delle ingiustizie, per chi è in attesa di giudizio. Grazie a chi mi ascolterà. Dal più profondo del cuore, grazie.

 

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