Franco Cimino: "Giovino, la palestra all'aperto e la cementificazione ignorata"

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images Franco Cimino: "Giovino, la palestra all'aperto e la cementificazione ignorata"
Franco Cimino
  17 aprile 2024 17:30

di FRANCO CIMINO

 Chi l’avesse pensato, chi ideato, chi l’avesse progettato, chi finanziato, chi avviato, chi l’abbia poi eseguito, il progetto della palestra all’aperto in quel di Giovino, tutti hanno fatto molto bene. Il lavoro è bello. Utile. Prezioso. “ Cu pocu ha, caru tena”. Diceva mio padre dal detto antico. E questo, mentre è “ caru” non è davvero “ pocu”. Non è un dono, ché chi governa non regala ciò che è chiamato a fare. E i cittadini non ricevono regali, ma solo servizi che essi pagano e a cui hanno diritto. Pagano due volte, con le tasse e con il voto. C’è invece da osservare che tutto di quel che viene realizzato dai governi, ai diversi livelli, giunge sempre tardi. E spesso come ridotto atto riparatore di vecchie ingiustizie e presenti inganni. Epperò, quando un’opera viene realizzata va accolta con “ gioia” portando rispetto a chi e a quanti, magari in continuità amministrativa, l’hanno realizzata. Le speculazioni politiche e le polemiche speciose, fanno male. Alla gente. E alle istituzioni. C’è sempre modo e tempo per attaccare chi governa. L’opposizione, quando lo fosse davvero, fa sempre bene ad opporsi agli errori e alle inerzie dichi vince le elezioni

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Gli argomenti, ovunque, non mancheranno. Quindi apprezzamento, il mio, per il Sindaco e quanti, tra assessori e dirigenti, ditta e operai, e quel ristretto numero di generosi volontari che a Marina hanno seguito, vigilando e suggerendo, i lavori. La palestra all’aperto ha anche diversi altri significati. Educa tutti, giovani e non, uomini e donne, gruppi e famiglie . E, soprattutto, gli anziani cosiddetti. Li educa alla cura del proprio corpo e al rivotò della mente. E senza dispendio di tempo, di energie, di soldi. Recupera, inoltre, un concetto tanto dimenticato che neppure nelle aule scolastiche viene trattato. Ed è che ciò che è pubblico deve restare pubblico. Perché è di tutti. Di ciascuno e di tutti. Poi, ci sarebbe da intendersi sul concetto di “ pubblico”. Ma questo tema ci porterebbe lontano. Mi limito, pertanto, a una estrema ma essenziale sintesi. Pubblico é ciò che risulta fondamentale alla vita della persona. E delle persone insieme. La Bellezza, in ogni sua declinazione, lo è. Anche quale primo diritto dell’essere umano. Ma la Libertà, viene prima, mi si obietterebbe. No, perché non è un diritto essendo parte della vita.

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É connaturata all’uomo, che nasce con lei, Libertà. La Bellezza è tutto ciò che è stato creato, da Dio o da chi volete, intorno e per l’uomo. Quindi, traducendo dalla lingua dei padri e delle madri più lontani, la Natura con l’intero suo armamentario é Bellezza. Pertanto, appartiene a tutti e a ciascuno. Il diritto a goderne è il metodo per applicarlo. Trascrivendo dal mio cuore antico, nulla deve frapporsi fra gli occhi e il cielo, fra gli occhi e il mare, fra gli occhi e i prati, le foreste, i boschi. Le pinete. Chi opera all’incontrario o solo diversamente, commette un crimine contro l’umanità intera. L’altro significato dell’opera realizzata in queste settimane, consiste nell’atto esplicito e consequenziale di restituire la pineta di Giovino ai cittadini, legittimi proprietari senza pretesa del possesso. C’è un però, che ritorna dalle mie antiche lunghe intense solitarie battaglie, il cui grido prima di avvertimento, poi di protesta infine di dolore, non è stato ascoltato. Da alcuno mai! Ed è che si accarezza Giovino, in quella parte più visibile, dopo che essa è stata per anni massacrata. Colate incalcolabili di cemento l’hanno distrutta, una gran parte sottraendola all’uso e l’altra alla bellezza coprendola alla vista.

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Il mio sogno di bambino, trasformatosi poi in progetto politico, era che in uno spazio di gran lunga inferiore a quello cementificato vi sorgessero tanti piccoli armoniosi impianti sportivi. Davvero un parco olimpico aperto. Accanto all’attuale liceo, che pure non avrei allocato lì, tante altre scuole di ogni ordine e grado e quella desiderabile facoltà universitaria delle Scienze del mare. Più avanti, nella tanto ancora discussa “ area Giovino”, ancora bloccata nelle contraddizioni politiche ( vedremo che dirà il nuovo strumento urbanistico), tutto quel che, nel rispetto dei precedenti principi, della diversa e diversifica ospitalità turistico-alberghiera consentirebbe. Giovino, la vera Giovino, la pineta nella cui profondità avevi paura di immergerti, solo pochi anni fa, non esiste più. É stata di fatto cancellata. Da questa grave responsabilità, nessuno può ritrarsi. Da questa grave colpa nessuno può considerarsi innocente. Politica e cittadinanza insieme. Istituzioni sorde e intellettuali muti.

Tutti insieme in questo campo recintato da incultura e irresponsabilità, su cui cresce l’erba amara della speculazione e degli interessi selvaggi. In questa Giovino é rimasto un piccolo spazio ancora. Spero lo salvino quell’esercito di bambini e quei vecchietti che ci vanno quotidianamente a fare le partite di pallone, sognando, i primi, di diventare Iemmello e i secondi di ritornare a pensarsi Sivori o Rivera, Mazzola e Giggirriva. Il resto appartiene alla Poltica quando e se vorrà, con coraggio e intelligenza, operare, pur nella situazione data, per un piano di razionalizzazione dell’aerea, che almeno restituisca un po’ di armonia estetica e di movimento per l’accesso al lungomare, alla spiaggia e al mare. Che sono di tutti. 

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