L’estate continua instancabile. Qui. In Calabria. A Catanzaro e alle Marine che le si muovono lungo la stessa linea, lo stesso suo litorale. A destra verso Soverato/Guardavalle. A sinistra da Sellia a Cutro-Le Castelle. Mare stupendo sotto un cielo sempre celeste e bello anche quando di grigio diverso si copre, come ad inizio di questa sera. In alto ci sono stati 29 gradi, resi più caldi dall’assenza di vento. Più tardi un po’ del suo muoversi arriverà e rinfrescherà l’aria. Di quel poco che ci piacerà.
A Marina, il vento c’è pure nel primo pomeriggio per quietarsi nella prima sera. Ma è è più caldo, almeno di due gradi più alta che sui tre colli. L’estate continua da noi. E piena di sé, ma sempre più vuota, purtroppo, del movimento turistico che l’arricchisce ovunque. Di denaro buono e di persone belle. Quando capiremo che paesaggio, ambiente, natura e cultura, di cui la nostra terra abbonda e il capoluogo primeggia, con l’agricoltura e l’artigianato a fargli da corona, sarà tardi, ma faremo in tempo se quel tardi lo trasformeremo in subito. Arriverà l’inverno pure da noi, ma sarà breve confondendosi in un autunno più lungo e in una primavera sempre anticipata. Arriverà l’inverno, certamente, ma l’estate è lunga da noi. È bella. E calda. E piena. Di sole, di celeste, di sere fresche, di stelle e di luna. Il nostro inverno costante, però, anche d’estate, sono le piazze vuote a giugno e a settembre. È l’inverno dei fichi e ficundiani abbandonati sugli alberi offesi.
Arriverà anche qui l’inverno, quello delle stagioni. Ma sarà breve e non freddo. Come i precedenti. L’estate è lunga e bella e calda e piena. Arriveranno le piogge, di sicuro. Ma saranno anch’esse brevi, pur se gravemente rovinose. Non per colpa delle piogge, da noi, ma del territorio impoverito e violentato. Il quale non ha colpe sue, essendo per natura buono, fertile, forte. Anche quello di Catanzaro, che dolcemente dal mare sale per prendere le forme di alture leggere e sinuose. Rovina e si sfarina, il nostro suolo, per il carico di cemento che gli abbiamo irrispettosamente e stupidamente messo sopra. E per avergli sottratto gli alberi per farne cantiere di palazzi pure brutti a vedersi. Tuttavia, la nostra estate poi aggiusta tutto. Il sole torna presto e sistemerà qualcosa. L’estate, da noi, non finisce mai.
Quando lo capiremo, capiremo che ciò che fa bella ancora la nostra estate potrebbe farci tutti ricchi. Catanzaro di questa è la parte più preziosa e bella con tutti quei borghi calabresi che le somigliano. Proprio Catanzaro alta può vivere questa interminabile stagione offrendo il meglio di sé. Per esempio, l’albergo diffuso, che lungo la salita per Pontegrande -Sant’Elia può offrire a catanzaresi e forestieri, a residenti e a turisti, specialmente di età non giovanissima, di tornare al fresco delle notti dopo un’intensa giornata al caldo delle nostre spiagge assolate. E a a seguire,dalle venti in poi, la vita piena di ristorazioni diverse, di teatro e cinema all’aperto, di musei e negozi aperti e di fiere artigiane, di concerti di canti e balli popolari, calabresi e di ogni regione, d’Italia e del mondo( da promuovere attraverso festival originali e annuali). Nei Centri storici più affascinanti, quello su e intorno a Corso Mazzini e quello di Gagliano l’antica e abbandonata. L’estate di Catanzaro è bella, lo dico da sempre. È lunga che non finisce mai. È bella perché scorre sulla Città più bella del mondo. Pochi mi credono quando lo affermo. Taluni accennano a sottili sfottò. Ma se dico che è difficile trovare altrove, se non in quei piccoli nostri paesi di cui ho detto, una città che abbia sullo stesso palmo di mano il mare migliore e i monti più belli( quelli della cara Taverna), con in mezzo le brevi alture dei colli, e il vento buono che tutto accarezza, pochi avvertono l’orgoglio di sentirsene parte.
E parte importante. Come quella che deriva da questa consapevolezza e dalla responsabilità di farsene carico, prendendola per mano e condurla verso la crescita economica e civile e, quindi democratica, dell’intera Città e di tutto quel ben di Dio che le ruota attorno. Salendo dal mare e scendendo dai monti. Per allungarsi poi, in modo razionale e sentimentale, sulla piana dell’altra economia. Quella da edificare con spirito moderno ed europeo e di cui tutti i territori, con guida il capoluogo, dovranno essere protagonisti attivi. L’estate da noi non finisce mai. Anche oggi pomeriggio, come tutti i giorni di settembre liberatimi da preoccupazioni e affanni, il pomeriggio vado al mare. A prendere il sole e a fare il bagno. Oggi, non mi sono mosso. Sono rimasto sul balcone a godere di quest’estate insistente. Aspetto che si facciano le diciotto per scendere sul Corso e percorrerlo con l’orchestra festosa, che dal San Giovanni scenderà fino al Politeama, potendo tutti noi, durante il percorso, vedere le vetrine dei negozi illuminati anche dai “ quadri “ fotografici di quel grande artista che è Salvatore Monteverde. Il quale ripropone, con l’ausilio di opere degli studenti della nostra eccellente Accademia delle Belle Arti, i vent’anni del Festival d’Autunno, che la bellissima Tonia Santacroce, oggi vuole festeggiare con la Città che le ha portato fortuna in questa avventura artistica straordinaria.
Ci vado anche per trovare conferma che Catanzaro, quando si muove con le sue intelligenze sulle sue ricchezze ancora salve, è bellissima! Come ieri sera ha affermato, proprio nel teatro interno al San Giovanni, un grande musicista, Remo Anzovino,artista fine e colto, in un passaggio parlato del suo straordinario concerto intorno al sogno come diritto della persona. Adesso, la parola torni alla Politica tutta, non solo amministrativa, affinché questa ricchezza sia goduta da tutti con i risultati economici divisi in modo corrispondente ai bisogni di ciascuno. Si faccia, questa Bellezza, eguaglianza e giustizia sociale, unità territoriale e crescita sociale. Sia anche le abbattute separatezze fra quartieri e sugli abbandoni di famiglie e persone. Si doni, questa Bellezza ,al bisogno di sicurezza economica sociale, dei beni e delle persone. Delle strade e delle scuole, dei luoghi in cui vivono i nostri ragazzi quando non sono in casa e a scuola.
Si trasformi, questa Bellezza, pertanto, in case per tutti, in scuole buone, in palestre e campi sportivi nelle periferie. Anzi, si cancellino le periferie e il loro significato, come la logica economicistica che le ha prodotte. Si trasformi, questa Bellezza, in amicizia feconda tra Università e Città, per cancellare finalmente antiche separatezze e insistenti incomprensioni. E le stupide chiusure culturali di ambedue le classi dirigenti. E qui mi fermo, nel discorso che da lontano continua. Si stanno facendo le diciotto, e non posso mancare. “Quando Catanzaro chiama bisogna rispondere presente”. Questo è il mio motto.