Franco Cimino: "Pensieri d'amore in una notte d'estate e i cinquant'anni insieme di Giovanni e Caterina"

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  05 agosto 2024 16:29

di FRANCO CIMINO

Mentre scrivo questi brevi pensieri é notte. Quella buona d’estate. La notte, la mia, all’incontrario delle classica notte d’estate. Quella in cui fa molto caldo, mai come in queste settimane. E ci piace star fuori. Con o senza compagnia. A camminare o a stare seduti in panchina, con o senza tanta gente che ti passa davanti. A cercare il silenzio, con o senza il chiasso delle notti d’estate. La mia è quella della casa, nel letto, occhi aperti nel buio e tanta voglia di non pensare a niente. Ho già scritto molto, come al solito oggi. Avrei dovuto leggere un po’ di più, ma non ho avuto né tempo né voglia. Ascolto musica, non per farmi venire il sonno, ma per ritardarlo.

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La musica e le canzoni mie, sono quelle lontane da ogni genere musicale odierno. Mi riportano emozioni e ricordi. Quelli buoni, che carezzano nostalgia e respingono il rimpianto. Chiamano i tuoi sogni ed essi ritornano, con te che li confezionavi in quegli anni. Passati? Quindi vecchi e perduti? No, proprio no. Nulla passa se passa il tempo e magari tu invecchi. Nulla finisce di ciò che era in te quando pensavi, progettavi, danzavi sui sogni. Noi siamo fatti di sogni. Il sogno non è astrazione della realtà. O freudianamente la proiezione dell’inconscio liberato. Il sogno è desiderio di felicità e sua promessa. É speranza di cambiamento, il tuo e della realtà. É ideazione di un progetto che si calerà nel far della vita. Nel farsi della vita. E di te in essa. E del noi che è essenza del vivere, essenziale per costruire felicità. Per te. Per tutti.

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Il sogno è il domani che arriverà sull’oggi del dolore, della fatica, della sconfitta. Il sogno è la cassetta degli arnesi dell’Utopia, la realtà che diviene. La linea dell’orizzonte o di qualsiasi confine, che a ogni passo si avvicina anche se dicono che non lo toccherai mai. I pensieri leggeri danzano adesso sulle note delle belle canzoni. E sull’unica domanda che si muove in questo tenero rassicurante buio e rassicurante si ferma:” qual è la forza che muove tutto, genera il nuovo e salva? “ Non ci sono belle domande se esse stesse non recano la risposta. Eccola:” l’Amore! “ La buona domanda è quella in cui la risposta si trasforma in domanda. Questa:” E cos’è l’Amore? “.- “L’Amore è due persone legate dalle due parole dell’Amore, che sono già scritte. “ Da qui l’altra domanda:“ E quali sono? Dove si imparano?” La risposta:” Non si imparano. Si prendono in prestito, come la Poesia, dal Cielo. La prima è Ti Amo. La seconda, Per Sempre. TI AMO, contiene il movimento più bello: io vengo da te, resti fermo/a o sei lontana/o. Io vengo da te. PER SEMPRE. Il mio amore è per sempre. Il Per Sempre di oltre il tempo. Io non finirò di amarti. Ché tu sei Amore e io lo sono in Te.

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“Una musica senza parole, solo chitarra, e una canzone di sole parole, trasmesse, come una magia, di seguito, mi hanno portato un’altra immagine che con tutta la sua bellezza, conferma questi pensieri. Il pomeriggio, che ha preceduto questa notte, a Taverna, la Città del mio Amore, il sacerdote della Chiesa monumentale celebra le nozze d’oro di una coppia straordinaria. Ne dico non solo perché sono amici di sempre della mia famiglia, e persone che stimo molto. Ma perché sono l’unione esemplare,qui di un uomo e una donna che si sono donati l’uno all’altra per sempre. Cinquant’anni di matrimonio e tre figli educati ai più sani sentimenti. Una coppia educante, un esempio di come l’Amore ci sia. A salvarci da ogni affanno e dolore. Ci sia a donarci gioia. E forza per sopportare i primi. E umiltà nel godere della seconda.

Chi ama é felice, chi è anche amato, lo è due volte. Gli innamorati sono sempre sereni, hanno la gioia da donare e tanti sorrisi e mani piene agli altri. Fanno più serena e più sicura la comunità cui appartengono. Sono lezione di vita per gli altri. I “novelli” sposi sono Giovanni Canino, a tutti noto, anche in provincia, per essere stato docente per una vita e preside per una buona parte di essa. Di più, per essere, ancora chino sui libri, storico di valore. Specialmente, della sua e nostra Taverna. Da lui conosciuta e, perciò, amata come pochi. Giovanni, padre immenso Lei, la compagna del Sempre, é Caterina Munizza, docente di lettere per oltre quarant’anni, madre infinita, signora di grande sensibilità, sempre disponibile per gli altri, generosa, attenta al Bene che si possa oblativamete donare. A loro dedico questo mio pensiero e questa notte d’Amore. Il mio sognato e vissuto in quelle due parole che loro oggi si sono scambiati ancora. Con gli occhi. Mi par di sentirli mentre si scambiavano le nuove fedi. Mi pare di sentirmi, udendole: ”Ti amo. Per sempre.”

 

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