Franco Cimino ricorda Maria Romana De Gasperi, figlia bellissima di quel bellissimo padre

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Maria Romana De Gasperi
  30 marzo 2022 19:35

di FRANCO CIMINO

 Aveva novantanove anni Maria Romana De Gasperi. Li aveva compiuti il diciannove marzo, giorno di San Giuseppe, il papà di Gesù, padre di tutti i padri viventi. Maria Romana forse dal giorno di nascita, oltre che per i geni che le hanno dato vita, era destinata ad avere un grande padre e per il suo amore infinito a tenerlo tra le mani del fare e il cuore del sentire , la mente per capire e i piedi del camminare, fino all’ultimo istante della sua vita, poche ore fa.

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Era la figlia primogenita di uno degli uomini più grandi che l’Italia abbia mai avuto, un vero gigante dell’umanità, Alcide De Gasperi. L’uomo che con le sue proprie mani e il suo proprio cuore, il suo ingegno e il suo coraggio, ha non solo ricostruito l’Italia dalle macerie della guerra e del nazi-fascismo che l’ha prodotta, ma che, con il francese Robert Schumann e il tedesco Konrad Adenauer, ha inventato l’Europa. Quella bella. Democratica. L’Europa dell’unico popolo nei tanti liberi e indipendenti, e dell’unico Stato unitario dei tanti liberi e autonomi, che ancora, nonostante i grandi passi compiuti, purtroppo non c’è.

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L’Europa di De Gasperi, come poi lo fu anche per l’intellettuale e politico della sinistra indipendente Altiero Spinelli, al di là delle necessarie scelte politiche all’interno di un pianeta allora rigidamente diviso fra le due potenti sfere di influenza, è il nuovo soggetto politico tramite l’autonomia e l’indipendenza del quale si può costruire un mondo di pace e per la Pace. Un mondo in cui le guerre non avrebbero mai più dovuto essere l’arma micidiale per la regolazione dei conflitti, in quanto mai più vi sarebbero state concezioni imperialistiche e volontà di potenza dei forti nei confronti dei deboli. Mai più sottoculture sopraffattrici dell’autonomia dei diversi territori e delle libertà dei molteplici popoli.

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L’Europa di De Gasperi avrebbe dovuto, e dovrà avere, una sorta di impalcatura istituzionale e una carta di principi e di valori molto simili a quella che Lui, insieme con i padri costituenti e i leader dei partiti popolari e democratici, aveva pensato e realizzato in Italia. Un’Italia che dalle sue mani di fabbricatore è uscita forte e creativa. Potenzialmente, siamo ai primi degli anni cinquanta, più forte e competitiva, come per tutto il restante secolo fu. De Gasperi, il democratico con la passione febbrile per la Libertà, fu politico lungimirante. Creò in quei primi anni del difficile dopoguerra e del complicato rapporto tra USA E URSS, le solide basi per realizzare la democrazia compiuta che Aldo Moro poi tenne in cima ai suoi pensieri di grande costruttore della Democrazia e dell’Europa degasperiana. Quelle basi le costruì soprattutto con Pietro Nanni, il socialista impetuoso e autonomista, e con Palmiro Togliatti, il comunista rigoroso ma pieno del senso dell’unità del Paese e del rispetto della libertà appena conquistata. Non è, però, di De Gasperi che oggi si deve parlare. Ma, con forte commozione dell’animo, di questa sua figliola tanto amata e così fortemente educata al sentire la fede e a vivere pienamente i principi democratici sanciti nella Costituzione e, ancor prima, nelle parti fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa.

Di Maria Romana, l’elegante e bella signora, nei gesti e nell’aspetto. Maria Romana, la bella persona, ricca di umanità e di cultura. La presidente e fondatrice della Fondazione De Gasperi, che servì intelligentemente fino all’ultimo, promuovendo il pensiero e le opere del più grande statista europeo, più di quanto non seppero fare le istituzioni. In particolare, le scuole e quelle culturali. E tra queste anche la Chiesa e le università. Maria Romana e tutto questo della sua bella persona, sono andate via oggi. Questa signora fine anche nel modo di porsi. Con tutti. E umile, anche nel suo modo di essere la figlia di uno dei più grandi italiani della storia, senza darsi arie e senza “ prendere” dallo Stato e dalla Politica alcunché. Della Politica, di cui compostamente parlava nei numerosissimi incontri avuti in tutta Italia e in molti paesi europei, diceva non di sé o per sé. Ma del pensiero del padre e per i giovani, la sua costante preoccupazione.

Voleva farli innamorare non di quell’uomo gigantesco, di quel trentino dall’animo meridionale, non di quel visionario con le idee forti ben ferme in testa. Voleva farli innamorare della Democrazia e dell’ansia di libertà che la agita dentro. Per non farla stancare e riposare mai. Quella libertà che non riposerà in Maria Romana, ne sono certo, neppure adesso che il suo cuore si è fermato. 

 

 

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