di FRANCO CIMINO
Ci hanno sperato, ci hanno creduto, hanno pazientemente atteso, poi hanno lottato con dignità e coraggio e quando stavano perdendo la speranza hanno ripreso a respirare. Sono gli aspetti visibili dei più recenti mattino di chi le notti le ha passate tra incubi e sogni, tra paure e fiducia. Sono i commercianti di Catanzaro. La mia quotidiana camminata, quasi sempre, da quando vivo meno la mia spiaggia( da Giovino verso Sellia con il verde della pineta a sinistra e il blu del mare a destra), la faccio percorrendo la Città da Bellavista al campo scuola, sopra lo stadio.
Da due giorni li vedo, i commercianti, con le serrande semi abbassate lavorare con i pochi commessi dentro il negozio per conformarlo alle nuove disposizioni governative. E davanti alle vetrine. A lustrarle come specchi pregiati e renderle luminose per rispetto alle merci che esporranno. E dei passanti, che davanti ad esse vi sosteranno per potersi anche specchiare. Li ho visti tutti, quelli che apriranno, e ne ho provato gioia enorme. Ho visto anche quei negozi rimasti serrati, ché lo erano già da prima. E gli altri che ci fanno temere non riapriranno a causa degli aiuti insufficienti ricevuti e dei ritardi derivanti dalle contorsioni burocratiche con cui le banche “ confezionano” la pratica dei famosi venticinquemila euro a scendere, di prestito che il Governo ha da un mese concesso.
Li ho visti e mi sono commosso. La loro impresa, lo ripeto nuovamente, non è solo per la conservazione di un lavoro e di un reddito per se stessi e i loro collaboratori. È assai di più: un servizio alla nostra Catanzaro, una luce in più sulla sua sicurezza, una sosta sulla sua eleganza, una carezza sulla solitudine o sulla compagnia dei passeggiatori nella loro doppia significanza. Un’attrazione anche per chi volesse passeggiare sul chilometro più bello, per poi andare al cinema, al teatro, al ristorante e al bar. I negozi sono la cornice di un dipinto, i fiori di un prato, i soldati in armi davanti al castello della principessa. Sono i luoghi a due passi da casa, dove in armonia e amicalità trovi le cose che ti servono.
Troveremo più avanti il modo per fare del Corso Mazzini una sorta di Centro commerciale e culturale all’aperto, costruendo intorno ad esso una rete di servizi moderna ed efficiente. Adesso facciamolo ripartire con riferimento a un lontano passato. C’è bisogno, però, di noi, dei catanzaresi che si decidano a scendervi( a piedi, naturalmente), e a comprare in quelle “botteghe” dal sapore antico. Vedrete, Catanzaro rinascerà più forte e bella, perché unita la sua forza ricomporrà.
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