Fratelli del Vibonese uccisi in Sardegna. La sorella Eleonora: "Ora ridateci i loro corpi" (VIDEO MESSAGGIO)

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images Fratelli del Vibonese uccisi in Sardegna. La sorella Eleonora: "Ora ridateci i loro corpi" (VIDEO MESSAGGIO)
Davide e Massimiliano Mirabello con Eleonora il giorno delle nozze
  20 marzo 2020 22:44

di TERESA ALOI

"Mi auguro che parlino e dicano dove sono i miei fratelli così che io possa piangerli davanti ad una bara". 

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La voce trema e il cuore pure.  Eleonora Mirabello, la sorella di Davide e Massimiliano, 40 e 36 anni, i due fratelli di San Gregorio d'Ippona nel Vibonese, usciti di casa il 9 febbraio scorso a Dolianova, un piccolo centro a sud della Sardegna e mai più rientrati (LEGGI QUI), è nella sua casa a Roma.

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Non ha mai smesso di sperare, mai di cercarli, mai di inviare appelli. In sottofondo la voce dei bambini. "Come si fa a dire a un bimbo che il suo papà non tornerà più?" si chiede senza darsi una risposta. 

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Il timore che potessero essere stati uccisi, forse per un regolamento di conti per vecchi rancori, è stato fino ad oggi il peggiore dei suoi incubi. Un incubo che si è "materializzato"  dopo che il fermo con l'accusa di duplice omicidio di Joselito Marras, 57 anni e del figlio Michael di 27 (LEGGI QUI)

Sfoglia l'album dei ricordi. E fa male rivederli felici, sorridenti. Al mare, tra gli amici. Brindare alla vita. Accanto a lei il giorno delle sue nozze. Sempre insieme. Uniti da quell'affetto fraterno che neppure la distanza aveva scalfito, da quando Davide e Massimiliano avevano deciso di lasciare la Calabria per vivere in Sardegna. Ogni occasione, infatti era buona per vedersi, festeggiare. Per riabbracciarsi. Per tornare insieme, come quando erano bambini.

Oggi Eleonora è una donna diversa. Sente il peso delle responsabilità "anche per mia cognata e i bambini di Massimiliano" che vivono con lei nella Capitale.  Non deve essere stato facile per lei rientrare a Roma sapendo che in Sardegna lasciava un pezzo di cuore. 

Deve essere stato terribile pensare di non essere riuscita a portare a casa i suoi adorati fratelli. Ma ha fatto di tutto. Si è appellata al buon cuore  dei cittadini di Dolianova, alle forze dell'ordine, agli inquirenti. E' rimasta in Sardegna giorni e giorni seguendo da vicino le ricerche. Poi, è dovuta rientrare a casa. 

Lì, a Dolianova, chi conosceva i fratelli Mirabello e i Marras sapeva degli attriti, degli sguardi fulminanti, delle occhiate e delle discussioni.  Problemi di vicinato legati al pascolo del gregge,  accuse reciproche per un cane ucciso, l'incendio di una Ape Piaggio e di un capanno attrezzi si erano trasformati in qualcosa di più. Joselito Marras era temuto a Dolianova per la sua indole violenta e prevaricatrice - hanno spiegato i carabinieri - Solo due giorni prima dell'assassinio dei due fratelli aveva minacciato di morte un proprio familiare puntandogli contro un coltello soltanto perché amico dei Mirabello".

Per gli inquirenti il duplice omicidio avviene proprio dopo una discussione. Il 9 febbraio Davide e Massimiliano, con moglie e figli, pranzano con alcuni amici nella casa di campagna. Finito di mangiare Davide esce per accompagnare il nipote da amici e rientra poi a casa. E' in un ultimo tratto di strada  che si imbatte in Joselito Marras e nel  figlio Michael, al rientro dal pascolo del gregge. Davide discute con padre e figlio, rientra a casa, chiama il fratello e insieme ripartono subito a bordo della loro Polo: con ogni probabilità    volevano chiarire. A casa, lì, a Dolianova non rientreranno più. 

 

 

 

 

 

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