Fratelli del Vibonese uccisi in Sardegna, le sorelle: "Davide e Massimiliano meritano giustizia" (VIDEO)

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Davide e Massimiliano Mirabello
  19 luglio 2020 16:02

di TERESA ALOI

La rabbia si è smorzata. Ora resta il dolore. Un dolore sordo che non le abbandonerà mai.   

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Sono passati cinque mesi da quando  la vita delle sorelle Mirabello è cambiata.Così, dall'oggi al domani.  "Ci è crollato tutto addosso" spiegano Eleonora e Caterina, le sorelle di Davide e Massimilano Mirabello, di 40 e 35 anni, uccisi a Dolianova lo scorso 9 febbraio.

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Per il duplice omicidio sono indagati Manuel e Joselito Marras, padre e figlio, vicini di terreno dei fratelli Mirabello.  

"La rabbia e quello che avevamo dentro - spiegano le sorelle delle vittime - è andato a scemare, ma non ci manca la motivazione per inseguire la giustizia. I miei fratelli la meritano. Speriamo che la magistratura ci aiuti a portare a galla la verità. Chi ha fatto tutto questo deve pagare. Abbiamo fiducia ella Magistratura".

 Dopo oltre cinque mesi dall'omicidio dei due fratelli   le indagini non sono ancora chiuse. In carcere, a Uta, ci sono Joselito e Michael Marras, padre e figlio, con la pesante accusa di omicidio ed occultamento di cadavere mentre Stefano Mura, a piede libero, è indagato per favoreggiamento.

 LEGGI QUI. Fratelli del Vibonese uccisi in Sardegna, resta in carcere Michael Marras. L'avv. Piscitelli: "Siamo solo a metà della strada per la verità vera"  

Ieri sera a Tivoli l'avvocato Gianfrancesco Piscitelli ha incontrato le sorelle delle vittime, Caterina ed Eleonora Mirabello e si è intrattenuto con loro diverse ore per fare il punto sullo stato del procedimento non essendo stato possibile incontrarle di persona a causa dell'emergenza sanitaria.

Per il legale “Era indispensabile questo incontro per valutare elementi delle indagini difensive – dice - nei prossimi giorni chiederò colloquio con il dottor Porcu, il pm che conduce le indagini. Siamo sempre più convinti del coinvolgimento di altre persone nel compimento del duplice atroce ed efferato delitto e di  tentativi di depistare le indagini e modificarne le risultanze".  . 

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