Frode nelle energie rinnovabili: annullate le misure per Stasi e altri 5 indagati

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Antonella Stasi
  09 aprile 2021 16:50

 
Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha annullato l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catanzaro nei confronti di Antonella Stasi, Anna Crugliano (47 anni), Francesco Carvelli (57) anni e Salvatore Succurro (42), Antonio Muto 58 anni, e Raffaele Rizzo (50), che il 2 marzo scorso erano stati coinvolti nell'operazione "Erebo Lacinio" condotta dalla Guardia di Finanza di Crotone su una presunta frode ai danni dello Stato nel settore delle energie rinnovabili e del traffico illeciti di rifiuti. Stasi, Crugliano, Carvelli e Succurro avevano la misura dell'obbligo di dimora e l'interdizione dai pubblici uffici per un anno (per l'interdizione il Tdl nin sede di Riesame non si poteva esprimere) , mentre Rizzo e Muto l'obbligo di firma.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Francesco Verri, Vincenzo Ioppoli, Francesco Laratta,  Franco Carvelli,  

Ieri si è tenuta l'udienza al Tribunale del Riesame di Catanzaro, dove le difese hanno discusso per oltre due ore davanti ai giudici che oggi hanno annullato l'ordinanza di custodia cautelare. 

Stasi, già vicepresidente e che nel 2014 subentrò nella carica a Giuseppe Scopelliti, era stata raggiunta da una misura cautelare di interdizione per un anno dall'attività professionale e divieto di dimora nel comune di Isola Capo Rizzuto, emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della procura distrettuale guidata da Nicola Gratteri con l'accusa di per avere fatto parte di un'associazione per delinquere finalizzata ad una truffa per indebita percezione di erogazioni statali e traffico illecito di rifiuti. Tutto parte da una società agricola, della quale Antonella Stasi è titolare e che produce energia elettrica tramite una centrale a biogas prodotta dalla digestione anaerobica di biomasse vegetali ed animali.

Secondo le indagini ci sarebbero delle "violazioni rilevanti" per la costruzione e l'autorizzazione dell'impianto a biogas tramite il quale si produceva energia elettrica rinnovabile che - tramite una convenzione - è stata venduta al Gestore servizi energetici spa per 15 anni ad un prezzo di 28 cent per kwh. Il traffico illecito di rifiuti è contestato per le modalità con le quali la società si riforniva presso terzi di escrementi di animali e per i metodi di smaltimento del digestato (si tratta di letame in uscita dall'impianto biogas) che veniva sversato sui terreni senza un piano di utilizzo agronomico
 
 
 

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