"Nella costituzione della nuova Autorità di Sistema Portuale dello Stretto e nella nomina del presidente, che ieri in Senato la maggioranza giallorossa ha ratificato, non c'è stato alcun coinvolgimento delle due Regioni competenti, Calabria e Sicilia, come invece previsto dalla legge di riforma portuale. Uno scavalco grave e illegittimo dei territori: l'intesa con i governatori è imprescindibile nella nomina del presidente delle Autorità di Sistema Portuale". Lo sostiene, in una nota, il deputato della Lega Domenico Furgiuele.
"Difatti, in caso di dissenso da parte di uno o di entrambi i presidenti delle Regioni, come avvenuto per l'AdSP dello Stretto - aggiunge Furgiuele - le norme obbligano la Presidenza del Consiglio dei Ministri ad indire, entro 15 giorni dall'opposizione, una riunione con la partecipazione delle amministrazioni che hanno espresso il dissenso. In tale riunione i partecipanti formulano soluzioni, in attuazione del principio di leale collaborazione, per l'individuazione di una soluzione condivisa. Solo qualora all'esito di tale riunione un'intesa non si sia raggiunta, la questione è rimessa al Consiglio dei Ministri, alla cui riunione possono partecipare anche i Presidenti delle Regioni interessate. Nonostante le incertezze sugli aspetti normativi, in una condizione di inaccettabile opacità, la nomina è stata sottoposta alle Commissioni parlamentari competenti di Senato e Camera. Proprio su richiesta della Lega, in Commissione Trasporti alla Camera saranno auditi i governatori delle due Regioni, in attesa peraltro del verdetto della Corte Costituzionale, il prossimo 28 gennaio, sul ricorso presentato dalla Regione Calabria avverso l'istituzione della nuova Autorità dello Stretto, che sarebbe stata disposta senza aver previsto alcun coinvolgimento delle Regioni interessate, essendo mancato l'esame in sede di Conferenza Stato-Regioni". "Come Lega, pertanto - dice ancora Furgiuele - siamo totalmente contrari al metodo adottato sino a oggi sulla nomina del vertice della nuova Autorità, che dovrà accorpare i porti di Messina, Milazzo, Reggio e Villa San Giovanni. Ci fa piacere rilevare che, sorprendentemente, hanno espresso la loro forte contrarietà alla nomina anche alcuni esponenti dell'attuale maggioranza di Governo, tra cui la deputata messinese pentastellata Angela Raffa, che, nella seduta di ieri della Commissione Trasporti della Camera, ha evidenziato che, qualora dovesse esservi una pronuncia di accoglimento del ricorso della Regione Calabria in Corte Costituzionale, si verificherebbe uno svuotamento formale e sostanziale dell'ente istituito, con la conseguenza che lo Stato e i contribuenti sarebbero costretti a pagare i compensi del nominato presidente dell'AdSP dello Stretto, senza che in realtà lo stesso presidente possa esercitare i suoi compiti, anzi, con una nomina che resterebbe vuota, per cui sarebbe preferibile attendere l'esito della Consulta prima di procedere a una siffatta nomina. Inoltre, la collega Raffa ha anche sottolineato, e di fatto condiviso, il parere negativo espresso dal governatore siciliano Musumeci, sulla mancanza dei requisiti, previsti dalla legge, di comprovata esperienza e qualificazione professionale in capo all'ingegner Mega, rilevando che lo stesso non avrebbe contezza delle complesse problematiche connesse al sistema dei porti dello Stretto, ed evidenziando il calo dei traffici legato alle difficoltà tecniche e alle carenze infrastrutturali, dovute alla mancata realizzazione di investimenti, nei porti di Bari, Barletta e Monopoli. Ciò si sarebbe verificato a causa della perdita, da parte dell'Autorità portuale di Bari, con decreti del MIT, di tutti i finanziamenti per le infrastrutture portuali per un totale di circa 90 milioni di euro".
"Infine, contrariamente a quanto dichiarato dall'ingegner Mega nel corso dell'audizione di ieri alla Camera - conclude il deputato della Lega - lo stesso non avrebbe mai svolto il ruolo di segretario generale facente funzioni dell'Authority barese, come certificato con nota del Direttore generale per i porti del MIT".
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