Gaffe di Morra su Santelli. Riflessione di Antonella, giovane calabrese al nord, sulle parole che pesano come macigni

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images Gaffe di Morra su Santelli. Riflessione di Antonella, giovane calabrese al nord, sulle parole che pesano come macigni

  22 novembre 2020 20:54

di GIAMPIERO TAVERNITI

Una considerazione che non vuole essere strumentale, ma vuole solo evidenziare la pesantezza delle parole che a volte fanno più male di uno schiaffo, parole che il Sen Morra, pronuncia nei confronti della povera Presidente Santelli che ci ha lasciato prematuramente colpita da un male incurabile. Non volendo giudicare certo di non essere la persona preposta a farlo, mi preme dire che la dichiarazione è stata infelice, indelicata e per la funzione che ricopre il Senatore.

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CHE COSA HA DETTO , il Sen. Nicola Morra? “Jole Santelli era una grave malata oncologica, lo sapevano tutti" e che politicamente con la stessa vi e’ un abbisso…… Logicamente buttare benzina sul falò politico istituzionale che attraversa oggi la Calabria e l’Italia , non è stato opportuno ,poi se si attacca una persona che non c’è più e che ha lottato contro tutto e contro tutti per la propria terra , fino alla fine dei suoi giorni , concedendosi anche l’ultima tarantella, musica identitaria della sua terra  e ballando per qualche minuto sulla felicità di aver vinto le elezioni a S. Giovanni in Fiore , nel paese dell’ex governatore. L’uscita nella comunicazione  è stata indegna e inopportuna, sentire dalla bocca di un Senatore che ricopre un ruolo cosi importante , ossia il Presidente della Commissione antimafia , fa male a ogni cittadino e ancor di più a tutti quei cittadini che hanno lottato e lottano ogni giorno contro il tumore , contro un male che giorno per giorno ti consuma e ti porta via ogni cosa. La frase rivolta alla Presidente Jole Santelli, ha indignato tutti, la sua famiglia, i cittadini normali, tanti politici di ogni schieramento, compreso quello di appartenenza del Senatore a tal punto di indignare una nostra emigrante che mi ha voluto mandare una lettera aperta, sapendo bene cosa si prova aver combattuto un tumore , avendolo avuto e sconfitto dopo tanta sofferenza. Dare voce a una calabrese che abita nel nord Italia, quasi al confine con la Svizzera, per il sottoscritto è un onore, ricevere questa lettera di sofferenza che leggere attentamente e capirne il senso , sarà la migliore scusa verso chi soffre, ha sofferto e ci ha lasciato prematuramente colpito dal cancro, dalla bestia vera che non guarda in faccia nessuno. Di seguito il testo.

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Buona domenica a tutti, sono una ragazza calabrese, orgogliosa di esserlo, abito lontana dalla mia terra,  ultimamente seguendo sempre attentamente le vicissitudini della Calabria, ho appreso delle dichiarazioni ed ho assistito a dei fatti che non mi sono proprio piaciuti. La nostra terra è una terra meravigliosa, era una terra dove dominavano accoglienza, sani principi e tanto bene, sentendo quella frase del Senatore, mi ha fatto male, io sono una ragazza che ha vissuto il tumore, la vita di chi è colpita da questo male, è difficile e sentire parlare male verso la povera Jole era malata, mi ha fatto molto male, anche perché la stessa fino alla fine ha lottato per la Calabria e non ha detto mai a nessuno quello che passava, ogni giorno è un eternità di sofferenza per chi come me e lei sono state sfortunate o per meglio dire “diversamente fortunate”. Vorrei solo dire che noi che viviamo questo problema serio di salute siamo guerrieri, Jole lo è stata , fino alla fine ha lottato con un filo di voce, come il filo di speranza che lei portava, cercando di investirlo nel suo incerto futuro, purtroppo non l’ha superata alla  nociva bestia, quindi credo che le si deve il massimo rispetto umano e politico, ognuno di noi prima di parlare deve capire e vagliare bene  le parole pronunciate che effetto possono causare nella normalità e ancor di più nelle situazioni delicate di salute che tutti possiamo avere ed affrontare.

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Scusate lo sfogo, se non si ha l’idea del mondo che si vive nelle condizioni di soggetti ammalati, consiglierei solo di fare un giro nei reparti oncologici dei nostri ospedali, solo vedendo forse si potrà essere consci e consapevoli delle enormi difficoltà e sofferenze che si affrontano giorno per giorno e minuto per minuto. Vorrei dire tanto, scrivo piangendo e pensando a cosa ho attraversato e piango per la dipartita di Jole Santelli, che nessuno si aspettava e che ha lasciato un vuoto nella mia terra, lasciandola senza una guida forte, senza una grande donna, onesta e per la prima volta SENZA una  Donna PRESIDENTE DI REGIONE  che dalle nostre parti , fino a qualche giorno prima del risultato elettorale era un tabù o un fatto irrealizzabile. Forza  compaesani miei, lottate e non mancatevi di rispetto, infine volevo solo ringraziare chi mi ha dato questa possibilità di poter pubblicare questa lettera aperta, da semplice, umile emigrante e fortunata donna che ha superato il male incurabile, all’oscuro di tutti, in silenzio e con tanta forza, per me e per la mia famiglia, come stava facendo JOLE SANTELLI, giorno per giorno, lottando per la Calabria e i calabresi.

                                                                                                                                    Antonella C.

Dopo averla letta, riletta, non credo ci sia nulla d’aggiungere, delle volte nelle diatribe politiche si superano i limiti, spinti da battaglie partitiche che da qualche anno infuocano la nostra penisola, si possono superare limiti, ma quelli dell’umano rispetto verso chi ha sofferto e ci ha lasciato prematuramente, consentitemelo credo sia inaccettabile e irrispettoso, perché a volte le parole sono più incivili di uno schiaffo e fanno più male.

 

 

 

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