
di SABATINO NICOLA VENTURA*
Nei giorni scorsi l’Amministrazione Comunale, Sindaco Nicola Fiorita in testa, ha proceduto all’inaugurazione della “nuova” Galleria Mancuso di Catanzaro. Nuova per gli importanti interventi di restyling: arredo, climatizzazione per l’inverno e per l’estate, illuminazione potenziata, azioni sulle piazzette esterne e altro. Un intervento per renderla più fruibile e attuale e che non incrina, dice l’Arch. Anna Maria Corrado, la storia identitaria della rilevante opera architettonica. Quanto realizzato sarà, così ho letto e sentito, fondamentale per ridare vita alla prestigiosa Galleria; purtroppo decaduta nel tempo e di fatto dimenticata o sconosciuta dalla gran parte dei Catanzaresi. La qualità e quantità del compiuto, che ho appreso attraverso le notizie stampa, dai brevi filmati pubblicati, dalle sintetiche dichiarazioni del Sindaco, della Consigliera Comunale Palaia e dai professionisti progettisti, non mi consentono di esprimere, sarei avventato, il mio, modesto, giudizio sulle opere di miglioramento ed aggiornamento della Galleria, che l’Amministrazione Comunale ha deciso, per come dichiarato dal Sindaco e dalla Consigliera, al fine di recuperarla alla frequentazione dei cittadini.
La Galleria, incorniciata da numerosi locali, per oltre trent’anni, sino alla metà degli anni novanta ha ospitato importanti servizi culturali, di commercio, di ristoro e di attività artigianali. Oggi, da oltre trent’anni, non è più frequentata e le saracinesche, nella quasi totalità, sono da tanto tempo abbassate. Mi auguro che questo intervento, deciso dall’Amministrazione Fiorita e realizzato da prestigiosi professionisti, sia da volano per “ridare” Galleria Mancuso alla città.
Colgo l’occasione che mi offre l’evento per, scrivere qualche notizia sul “Centro Mancuso”, sull’impegno negli anni delle Amministrazioni Comunali per la Galleria e per esporre alcune mie considerazioni attinenti alle possibilità di rinascita della stessa.
L’imponente complesso ingegneristico/architettonico, voluto e realizzato (1959) dall’imprenditore Mario Mancuso, su progetto del prof. Arch. Saul Greco ebbe, nel 1961, il Premio Regionale IN/ARCH. Un prestigioso riconoscimento di valore nazionale. Sarebbe doveroso che l’Amministrazione Comunale di Catanzaro dedicasse un particolare momento in ricordo della famiglia Eugenio Mancuso e figli che tanto ha dato a Catanzaro e alla Calabria. Uguale ricordo ed attenzione meriterebbe il Catanzarese Arch. Saul Greco che, oltre il Complesso Galleria Mancuso, ha donato alla città: il Teatro Comunale (1953); la sede ANAS (1955); l’Ospedale (1955); il Palazzo dell’Amministrazione Provinciale (1956); il Palazzo ENEL (1962); la Banca d’Italia (1967), la Chiesa di Pontegrande, e altro. Per conoscere meglio questo catanzarese, prestigioso architetto e docente universitario, consiglio la lettura del volume scritto dall’Arch. Marcello Sestito, Saul Greco: “Lo scatto angolare. Ed. Grafiche Simone”.
L’Amministrazione Comunale del Sindaco ON. Rosario Olivo, (2006/2011) trovò Galleria Mancuso in una situazione pietosa. I condomini, assieme ai due o tre commercianti rimasti, erano impegnati, per quanto possibile, a mantenerla relativamente pulita, affrontavano una situazione d’inciviltà, d’imbarbarimento, che rendeva molto difficile contrastare. Era da anni, oramai, luogo, soprattutto la sera tardi e la notte, occupato da barboni, drogati, ubriachi, sbandati che sporcavano e danneggiavano il calpestato e le pareti. Una situazione insostenibile che si era negli anni gravemente consolidata.
La Giunta Olivo decise di occuparsi della Galleria, per salvare e recuperare una delle più belle opere architettoniche di Catanzaro. Il Comune, che non aveva titolo per intervenire direttamente e farsene carico, dopo un lungo e non facile impegno, acquisì, in particolare grazie al lavoro del compianto Assessore Comunale Avv. Aldo Stigliano Missuti, il calpestato della Galleria, che per quote millesimali era proprietà dei condomini. Una volta ottenuto, la Giunta avviò subito lavori di pulitura, di igienizzazione e fece erigere pedane in muratura per facilitare l’ingresso ai diversamente abili. Nel frattempo predispose una idea di restyling e di chiusura delle tre ampie entrate che inserì nella richiesta di un finanziamento attraverso i PISU (Progetto Integrato di Sviluppo Urbano) per il valore di 600mila euro. Ma non fece in tempo ad ottenerlo, perché giunse la fine della consiliatura. Subentrò sindaco Michele Traversa, che mantenne la richiesta d’intervento (PISU) su Galleria Mancuso, ma ridusse la somma a 285.000 euro circa. Anche l’Amministrazione Traversa, finita dopo un anno, non poté procedere al restyling. Subentrò, 2013, sindaco Sergio Abramo, che realizzò un primo intervento di pulitura e igienizzazione della galleria e, soprattutto, si preoccupò di realizzare la chiusura di due dei tre ingressi con ampie “porte vetrate”. Nel frattempo si attivò per avere il finanziamento necessario per un intervento complessivo. Che, se non ricordo male, ottenne, ma non poté utilizzare perché non fece in tempo. Lasciò, per riqualificare la galleria, un milione di euro, che in gran parte procurò attraverso i fondi di Agenda Urbana.
Quanto oggi realizzato dall’Amministrazione Fiorita è nella continuità d’intenti, con variazioni sul tema, delle precedenti Amministrazioni: non avremmo l’Area della Galleria, né una richiesta di finanziamento (PISU) se non ci fosse stato il sindaco Olivo. Non avremmo avuto un prosieguo con Traversa, e neppure il finanziamento di un milione di euro ottenuto da Abramo.
L’intervento di oggi, per circa 500.000 euro, non ho notizie del perché non si è spesa l’intera somma di un milione, è sicuramente molto importante per un nuovo inizio, ma non esaustivo. Saranno, ritengo, necessarie altre azioni, forse alcune già realizzate o in programma, quali
La chiusura del terzo ingresso;
Il rifacimento degli infissi e vetrate che dall’alto affacciano all’interno della galleria (sono vecchi, la gran parte deteriorati e provocano la caduta di acqua piovana e altro. Ciò potrà danneggiare quanto è stato fatto e non faciliterà la frequentazione dei cittadini).
Le chiusure degli ampi ingressi in Galleria dovranno essere dotati di serrature per, dopo una certa ora della tarda sera, non consentire l’ingresso ai non condomini (è indispensabile tale scelta per salvaguardare l’area da ogni danneggiamento.
A Roma, può essere di esempio, la galleria Sordi in via del Corso, osserva il seguente orario d’apertura – 9/21.
Sarebbe, anche, opportuno che durante le ore di apertura ai cittadini, ci fosse la presenza di una guardia giurata, o di una frequente attenzione delle forze dell’ordine a partire dalla Polizia Urbana.
La Galleria, come ho detto, non è percepita come luogo da frequentare “quotidianamente”. Il cittadino non ci pensa minimamente di andare a passeggiare o sostare. È un luogo non sentito. I motivi sono tanti, che adesso non intendo cercare di elencarli, non perché non siano importanti, tutt’altro, ma perché intendo richiamare l’attenzione su quanto sia fondamentale fare, per recuperare una vera frequentazione della Galleria.
Per primo, aprire un accesso da corso Mazzini. Come per incanto, penso, la “Galleria Mancuso” diverrebbe parte organica dell’antico Centro-Storico. L’Amministrazione Olivo ci aveva pensato. In seguito anche altri, ma non fu mai concretizzato. L’accesso, detto dai tecnici che furono interpellati, allora, dalla mia Amministrazione, sarebbe possibile, in particolare, attraverso un breve tunnel da ricavare forando il locale del negozio che fu della famiglia D’Elia, di fronte il vecchio Galluppi.
Se non si deciderà per tale, vitale, scelta, Galleria Mancuso non avrà speranza, così credo, di avere nuova e piena vita. Oggi potrà ospitare avvenimenti, incontri culturali, mostre, ecc., che attireranno occasionalmente la presenza d’interessati, ma non sarà luogo di passeggio e di frequentazione continua. Quanto ho proposto, probabilmente già programmati dagli Amministratori, è la strada da percorrere per offrire qualche probabilità di recupero e successo.
*già Assessore Comunale
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