Gattuso ct azzurro: “La Calabria è una terra incredibile. I giovani seguano la strada giusta”

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  19 giugno 2025 18:12

di GUGLIELMO SCOPELLITI

Questa mattina si è tenuta a Roma, presso l’hotel Parco dei Principi, la conferenza stampa di presentazione del nuovo commissario tecnico della Nazionale italiana, Gennaro “Ringhio” Gattuso. Al suo fianco Gianluigi Buffon - oggi capo delegazione azzurro - e il presidente della FIGC Gabriele Gravina. Il 47enne ex centrocampista del Milan e della Nazionale che si laureò campione del mondo a Berlino nel 2006, ha ereditato un gruppo azzurro scosso dopo la pesante sconfitta patita ad Oslo per 3- 0 contro la Norvegia di Haaland, e la conseguente decisione della FIGC di esonerare Luciano Spalletti. 

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Alla guida di un progetto che ha come obiettivo quello di riportare la Nazionale ai Mondiali, Gattuso porta con sé anche un timbro forte della sua terra: la Calabria. GUARDA IL VIDEO

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Interrogato su quale messaggio o lezione di vita intendesse mandare alla sua regione, che in questi giorni festeggia con orgoglio la nomina di un ct calabrese, Gattuso ha risposto:

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Io non devo dare nessuna lezione di vita, non sono così importante da darne a nessuno. La Calabria è una terra incredibile e la mia infanzia è stata bellissima. Dico sempre che quando sentivo l’inno, chiudevo gli occhi e sentivo la mamma che mi chiamava dal balcone quando giocavo partite infinite. È una terra bellissima e i giovani devono seguire la strada giusta, dello studio, e fare le persone perbene”.

Dopo aver parlato con grande affetto della sua Calabria, terra che lo ha formato e che lui considera “incredibile”, Gattuso ha sottolineato come anche nello staff tecnico ci sia un altro pezzo di quella terra, Simone Perrotta, campione del mondo nel 2006 e originario di Cerisano (Cs). Perrotta, avrà un ruolo operativo nell’organigramma federale, insieme a nomi storici come Buffon, Bonucci, Zambrotta e Prandelli.

Questo legame umano è emerso anche nei messaggi che Gattuso ha ricevuto in questi giorni, segnati da emozioni forti, soprattutto da parte di chi ha visto nella sua nomina una speranza e un motivo di orgoglio:

Tanti messaggi mi hanno colpito, sentire mamma e papà emozionarsi ancora è stata un’emozione grande.”

Dopo aver parlato del legame con la Calabria e delle emozioni personali che questa nomina ha suscitato, Gattuso si è concentrato su ciò di cui la Nazionale ha più bisogno in questo momento delicato:

Entusiasmo, voglia, voglia di stare insieme ed essere uniti nelle difficoltà. Ho ben chiaro nella mia testa. Dobbiamo ricreare una famiglia, è la cosa più importante oltre a moduli e tattica. È la priorità.

Durante la conferenza stampa Gattuso ha discusso anche delle criticità tecniche della Nazionale. Alla domanda sulla necessità di ritrovare incisività offensiva come quella vista all’Europeo 2021 con Chiesa, Berardi - anche lui calabrese - Insigne e Bernardeschi, il nuovo ct ha risposto con chiarezza:

Io penso che in questo momento il nostro campionato dice che abbiamo il 40% di squadre che giocano a tre e il 60% di squadre che giocano a quattro, ma in questo momento bisogna mettere i giocatori al posto giusto. Bisogna mettere una squadra in campo a cui piace stare nella metà campo avversaria e metterla in condizioni di creare gioco per fare male agli avversari. Poi i moduli a tre o a quattro trovano il tempo che trovano. La cosa più importante è come vogliamo stare in campo.

Alla domanda se il tema dell’italianità fosse un problema del nostro calcio o di un’intera generazione, Gattuso ha risposto così:

È un problema di generazione, non solo del nostro calcio: diciamo che i giovani sono cambiati, ma dobbiamo essere noi bravi a cambiare e trovare una via di mezzo per interagire con loro in maniera corretta. Noi dobbiamo andare incontro a loro e ascoltarli per farli esprimere al massimo.

Guardando al passato recente della Nazionale, Gattuso ha espresso grande stima per il lavoro del suo predecessore Luciano Spalletti, sottolineando l’importanza della continuità in un momento così delicato:

Io e Luciano ci siamo sentiti, ho una stima incredibile nei suoi confronti, ha una preparazione incredibile. Il lavoro di Luciano e la sua professionalità sono incredibili, ha fatto un lavoro importante con la maglia della nazionale. Vedremo su che strada vogliamo andare. Cambiamenti non se ne possono fare perché c’è poco tempo, la cosa più importante è capire cosa vogliamo fare nell’arco dei 90 minuti.”

La conferenza stampa si è infine chiusa con una domanda rivolta al presidente della FIGC, Gabriele Gravina, riguardo alla trattativa per portare Claudio Ranieri — cittadino onorario di Catanzaro dal 2016 — sulla panchina azzurra.

Alla domanda su come fosse andata la trattativa e perché fosse saltata, Gravina ha risposto:

C’è stata un’idea eun incontro, massimo rispetto nei rapporti e prima di sentire Ranieri avevamo già avviato un percorso su un progetto alternativo, non ci siamo fatti trovare assolutamente impreparati. Non si può parlare di rifiuto o non rifiuto. Un contatto è fisiologico e normale prima di una scelta del genere.

Sotto la guida di Gattuso l’Italia prova a riaccendersi e a rialzarsi dalla disfatta di Oslo, puntando alla qualificazione ai Mondiali che si disputeranno tra Stati Uniti, Messico e Canada nell’estate del 2026. Quel sogno di gloria, già conquistato nel 2006, resta vivido come allora, e nel ricordo di quel siparietto finale durante la cerimonia di premiazione — quando Gattuso, Perrotta e Iaquinta, tra sorrisi e abbracci, cercavano la Calabria incisa sul trofeo della Coppa del Mondo — si cela tutta la speranza di un’Italia che vuole tornare a vincere.

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