Gaza, Franco Cimino: “Non è più guerra, è cancellazione di un popolo: ora basta!”

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Franco Cimino
  01 giugno 2025 22:04

di FRANCO CIMINO

“Ogni bambino a Gaza è nostro nemico. Dobbiamo conquistare tutta Gaza per colonizzarla e non lasciarvi dentro nessun bambino”. Questa dichiarazione non è di un fanatico reazionario ortodosso, stupido e ignorante, resa cinquant’anni fa. È quella di uno dei più influenti leader politici conservatori con forza elettorale e parlamentare notevole, che l’ha consegnata al mondo intero in diretta televisiva qualche giorno fa.

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L’azione di ulteriore massiccia occupazione dei territori e quell’altra più devastante di un nuovo più duro attacco di fuoco, che Netanyahu aveva annunciato giorni prima, è entrata in atto senza che ancora le agenzie ne battessero la notizia. In questi ultimi dieci giorni, nel silenzio generale( imbarazzata l’Europa, muta l’Italia del suo governo e del suo Parlamento, meno male che c’è Mattarella) si è più gravemente proceduto a uno dei più pesanti massacri che la storia dell’Umanità racconti.

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Bombardamenti dall’alto sul già distrutto e demolito dai precedenti. Lo scopo è di bucare la terra di Gaza, bruciarla sotto le macerie non basta più. Ammazzare i soldati di Hamas è fuoco sprecato, li hanno uccisi tutti. E, allora, l’invasione di terra con tutta la potenza militare dell’esercito più forte del mondo, a cosa servirebbe?

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Servirebbe appunto a completare il lavoro più sporco. Uccidere quel che resta della popolazione inerme. Uomini malati e invalidi già da prima, i vecchi, le donne e i bambini. E non si era scritto nel Diritto Internazionale, che le donne i vecchi e i bambini, come le chiese, le scuole e gli ospedali, sono intoccabili? E, allora, perché, in spregio a quel Diritto, in quella terra di confine e di unione di religioni, culture e civiltà, si compiono quegli assassinii delle più sanguinose stragi?

La risposta è nella domanda. Si vuole cancellare un intero popolo non più dalla sua terra. Ma dal mondo. E affinché non ne resti traccia alcuna, gli si cancelli anche la storia. Si brucino i libri, si distruggano le biblioteche e i musei. Non resti traccia della sua cultura. E se i missili e carri armati e gli aerei non bastano a cancellare tutto e ad ammazzarli tutti, si pensi ad altro. A un’arma la più micidiale. E quale potrebbe essere questa? La fame. Questa è l’arma letale. Netanyahu la usa come arma di guerra. Cioè dentro la guerra. Con questa ne sta uccidendo il doppio dei cinquantamila bombardati. Sono soprattutto vecchi, donne e bambini. Da mesi sono stati bloccati alla frontiera circa diecimila camion pieni di viveri e medicinali. Il governo israeliano ne consente solo un centinaio al giorno. É come mettere davanti al plotone d’esecuzione cento bambini e vecchi e donne al minuto.

La Croce Rossa Internazionale e l’Unicef hanno lanciato l’allarme. Se entro quarantotto ore non arriveranno gli aiuti alimentari moriranno quattordicimila bambini. Oggi è morto un bambino per fame. Un bambino ogni ora o forse meno, non nell’intera giornata.

L’altro ieri sotto un missile sono morti massacrati nove bambini di una sola famiglia. Lo ricorderò,questo solo dato, fino a quando non sarà finita. Domanda: perché vogliono uccidere i vecchi? Perché distrutti i libri non resti memoria verbale dei palestinesi. I vecchi ce l’hanno e la sanno raccontare. Domanda: perché uccidere i bambini? Perché non crescano e non coltivino lo spirito di vendetta che li porti a vendicare i padri. E le donne, perché ucciderle tutte? La risposta è nella domanda. La traduco: perché non resti vita da donare in loro. Non partoriscano altri figli. Che se anche nascessero dagli stupri armi di guerra, sempre palestinesi diverrebbero. Quanto orrore occorre ancora per imporre, imporre in nome di Dio, la fine immediata di questa strage infinita?

Immediata, che non riparerà mai le uccisioni e le distruzioni già avvenute , ma almeno risparmierà altre vite. Una sola, Dio, almeno lui lo voglia, servirà per far vivere un popolo. E l’umanità vuole che il popolo palestinese viva. Ché non può farne senza. Come di alcun altro popolo che non sia della cultura nazifascista. La cultura della morte. E per genocidio. E cos’altro è quello che si sta consumando a Gaza? Linguisti e letterati d’occasione e prezzolati, vi si rizzino i capelli, e rispondete!

Rispondete, soprattutto voi, uomini di quei governi che ancora non dicono dello schifo che dovrebbero provare dinanzi a quest’orrore. Rispondete, voi ministri (se ci siete anche nel nostro governo), che avete, dinanzi alla sentenza di condanna con mandato di cattura internazionale, del feroce capo della guerra israeliana contro anche i bambini, che avreste ospitato e ricevuto come un grande capo di Stato, l’instabile tessitore del progetto cancellazione di un popolo.

Rispondete! E se non potete , vergognatevi. Se, guardando i vostri figli, vi tornasse un po’ di coscienza pentitevi e consegnatevi ai giudici terreni e al vostro Dio. Quanto a noi, i buoni, i civili, i pacifisti, i credenti, quelli che piangiamo con un occhio solo e ci addormentiamo sul divano discettando, o ci daremo una mossa di quelle forti, o dovremmo vergognarci anche noi.

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