di EDOARDO CORASANITI
E’ di nuovo il magistrato Marco Petrini il protagonista dell’udienza a Salerno. Questa volta il giudice della Corte d’Appello di Catanzaro accusato di corruzione in atti giudiziari interviene nel filone di “Genesi“ relativo al processo in ordinario e che vede imputati l’imprenditore di Cariati Vincenzo Arcuri, l’imprenditore crotonese Luigi Falzetta e l’ex consigliere regionale Giuseppe Tursi Prato, di Cosenza, difeso dall'avvocato Franz Caruso.
Sentito come imputato in processo connesso (ex 210 cpp), Petrini ha confermato quanto già ammesso durante l’interrogatorio successivo al suo arresto del 15 gennaio scorso. In sostanza, il magistrato, difeso dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro, non ha smentito l’impianto accusatorio delineato e ha ripercorso le tappe e le circostanze.
Riflettori puntati su Emilio Santoro (detto Mario), indicato da Petrini come il vero e proprio tramite degli episodi corruttivi: gli altri, in particolare gli imputati in questo filone, avrebbero giocato un ruolo secondario o addirittura incontrati in una sola occasione. Mai comunque per intavolare rapporti finalizzati a cambiare, modificare o ribaltare sentenze o provvedimenti giudiziari.
Nemmeno per Tursi Prato, ex consigliere regionale finito tra le carte di Genesi per la vicenda del ripristino del vitalizi: gli incontri o gli scambi sarebbero avvenuti sempre con il medico Santoro.
Prossima udienza un ordinario il 6 ottobre, mentre venerdì 25 settembre il pm chiederà le condanne o le assoluzioni nel filone dell’abbreviato in cui compaiono proprio Marco Petrini ed Emilio Santoro.
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