"Genesi". Il medico Saraco: "Ecco come avveniva la corruzione del giudice Petrini"

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Marco Petrini
  15 giugno 2020 19:48

Regali come casse di pesce, bottiglie di vino ed altri regali. 

Emilio Santoro, detto Mario, parla con i magistrati di Salerno e racconta come funzionava il presunto sistema di corruzione a Catanzaro che lo scorso gennaio è finito al centro dell’indagini “Genesi” e che vede come principale protagonista Marco Petrini, giudice (ora sospeso) indagato per corruzione e ora ai domiciliari in un santuario di Decollatura.

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Difeso dall’avvocato Michele Gigliotti, a tarda serata del 29 maggio scorso Santoro racconta anche di come la moglie di Petrini, Stefania Gambardella, a suo dire, avrebbe trattenuto per sé denaro per timore che “consegnasse molti soldi ai figli nati dal precedente matrimonio”. 

Santoro dedica una parte del racconto anche ad Arcuri, che, secondo quanto descritto nel verbale, avrebbe consegnato denaro per "aggiustare" il processo di appello ad una vicenda di resistenza a Pubblico ufficiale: "Furono consegnati da me euro 600/700 euro in ascensore, ad Enzo Arcuri, che ne era privo, presso la commissione tributaria".

Le dichiarazioni di Santoro vengono rese a 10 giorni prima dalla prima udienza che si è tenuta a Salerno, dove il medico in pensione e già dirigente dell’Asp di Cosenza viene giudicato con il rito abbreviato (nel giudizio immediato) insieme a Marco Petrini, e l’avvocato del Foro di Catanzaro Francesco Saraco. La prossima udienza è fissata per il 30 giugno.

Restano invece con il rito ordinario invece gli altri tre imputati a cui la Procura di Salerno ha notificato il decreto di giudizio immediato:  l’imprenditore di Cariati Vincenzo Arcuri; l’imprenditore crotonese Luigi Falzetta e l’ex consigliere regionale Giuseppe Tursi Prato, di Cosenza, difeso dall'avvocato Franz Caruso. Il processo è iniziato anche il 10 giugno per Arcuri, Falzetta e Tursi Prato ma, a causa di un difetto di notifica, è slittato al 14 luglio.

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ed.cor.

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