Genesi. La Dda di Salerno: "Troppe bugie: il giudice Petrini torni in carcere". La Procura Generale si oppone

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Marco Petrini
  29 settembre 2020 17:27

di EDOARDO CORASANITI

Procura Generale e Dda di Salerno in disaccordo. Accade a Roma, dove nelle aule della Corte di Cassazione c'è il ricorso presentato dai pubblici ministeri campani contro il provvedimento di annullamento del Tribunale della Libertà di fine maggio: per i magistrati giudicanti di Salerno, chiamati a decidere sull'istanza di scarcerazione del giudice Marco Petrini, non c'era l'inquinamento probatorio ipotizzato da inquirenti e Gip e che aveva determinato il ritorno in carcere del giudice della Corte d'appello di Catanzaro. Per pm e giudice dell'indagine preliminare, invece, Petrini doveva tornare dietro le sbarre perché avrebbe rilasciato confessioni non veritiere (LEGGI QUI). 

Oggi nella capitale la Procura generale ha chiesto l'innammisibilità del ricorso presentato dalla Dda di Salerno, condividendo il lavoro documentale prodotto dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro, difensori del giudice accusato di corruzione nell'ambito dell'operazione "Genesi". 

Nelle prossime ore la decisione dei giudici della Sesta sezione della Corte di Cassazione. 

Il 29 maggio il Tribunale del Riesame conclude il il provvedimento di accoglimento col dire che “non appare sostenibile l'aggravamento di una misura cautelare solo in ragione del fatto che l'indagato abbia reso dichiarazioni non riscontrate o ritrattato dichiarazioni già rese, non potendo detto comportamento essere inquadrato come un tentativo di inquinamento, quanto piuttosto come una normale evoluzione di un rapporto collaborativo fatto spesso di ricordi non chiari e di dichiarazioni sospette o non riscontrabili”.  

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La decisione infatti è stata di annullare l'arresto e riconsegnare Marco Petrini agli arresti domiciliari. Esattamente nel seminario di Decollatura dove prosegue il suo percorso di riflessione e fede dai giorni successivi del suo arresto, datato il 15 gennaio. 

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