Gestione del territorio, sviluppo sostenibile, "Partecipazione e dignità del consiglio comunale": gli spunti di Riccio per i candidati a sindaco di Catanzaro
Eugenio Riccio
22 febbraio 2022 12:21
"Non c'è alcun dubbio sul fatto che per governare e quindi gestire il territorio c'è sempre l'esigenza di trovare una composizione armonica tra il concetto di efficienza con quello di partecipazione democratica al fine di perseguire e soprattutto attuare il sempre auspicato "SVILUPPO SOSTENIBILE" che, attenzione, dovrà essere segnato dalla cosi detta "sostenibilità" considerata però, non solo nella sua componente energetica ambientale, ma anche sociale, economica, territoriale.
Lo strumento per eccellenza per uno sviluppo sostenibile è rappresentato dal PSC (Piano Strutturale Comunale) che l'amministrazione comunale di Catanzaro ha deciso di intraprendere ormai da qualche anno , attraverso un processo di ridefinizione delle politiche urbanistiche ed edilizie della città.
Il PSC quindi ha come finalità la costruzione di un documento che, individuati i problemi, proponga opportunità, obiettivi e scenari di sviluppo. Per la paventata demolizione dell'immobile della Maddalena è opportuno, direi obbligatorio, evitare gli errori del passato e contribuire, anche e soprattutto attraverso il rispetto delle LINEE GUIDA approvate dal Consiglio Comunale, alla costruzione di un modello di sviluppo del centro storico che migliori la qualità della vita dei suoi cittadini all'interno del richiamato rapporto di efficienza e partecipazione democratica".
Così, in una nota, il consigliere comunale Eugenio Riccio.
"La motivazione portante per la valorizzazione del nostro territorio deve necessariamente rifarsi a concetti, sempre meno astratti, inerenti al recupero ed alla riqualificazione, attraverso il metodo della partecipazione e della condivisione. Metodo opportuno per raggiungere obbiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica attraverso le fasi proprie della concertazione, sussidiarietà e delle pari opportunità che rappresentano i cardini su cui si fonda la Legge Urbanistica Regionale.
Una legge che se ben attuata può contribuire, non poco, al superamento della crisi congiunturale in atto. Occorre innanzitutto promuovere e comunicare il valore dell’architettura come valore pubblico, sociale. Occorre prestare attenzione alle prospettive di un cambiamento che tra alcuni anni potrà apparire come una vera e propria rivoluzione , segnata dalla sostenibilità considerata non solo nella sua componente energetica o tecnologica, ma anche sociale, economica, territoriale.
Si tratta di un occasione di sviluppo cui tutti devono partecipare ed impegnarsi. Il settore edilizio nelle sue varie dimensioni ed articolazioni, architettura ed urbanistica, pubblico e privato, produzione, progettazione e realizzazione, è sempre stato storicamente, almeno negli ultimi due secoli, un modello di aggressione delle crisi economiche e di ripresa generale dell’economia.
Ed è su questi presupposti che grava la capacità delle istituzioni politiche ed economiche di accordarsi al fine di raggiungere un obbiettivo comune, al di là di quella crisi che oltre di tipo economico si appalesa come crisi culturale e civile. Questa analisi non vuole essere aprioristicamente pessimista, ma assume linfa da una lettura realistica di uno scenario politico del tutto aggrovigliato su esclusive problematiche interne, spesso dettate da un palese disinteresse nei confronti dei problemi dei cittadini.
Vanno trovate quindi, risposte positive a due questioni prioritarie nella nostra realtà cittadina: ritrovare la strada di un alto senso etico delle istituzioni e dell’interesse comune e contrastare, tramite mirate politiche occupazionali, la perdita di dignità di ampie sacche dell’economia del nostro territorio.
Etica e lavoro, guarda caso, sono i principi ispiratori della nostra Costituzione. Ritrovare la strada di un alto senso etico delle istituzioni e dell’interesse comune significa nella lettura costituzionale assumere strade già tracciate da quel testo: la tutela della cultura, della ricerca e del paesaggio, lo sviluppo di un mercato rispettoso di regole prioritarie di tipo sociale, la sicurezza (anche nell’abitare) dei cittadini ed altro ancora. E’ opportuno leggere le ultime tragedie legate alla precarietà del nostro territorio, osservare la nostra geografia ed il nostro paesaggio come un monito da cui discende l’ineludibile necessità di interrompere fenomeni di abusivismo e di speculazione per porre in essere un piano di tutela e consolidamento dei nostri centri antichi e, soprattutto, di ricostruzione e di riqualificazione del patrimonio edilizio esistente che
oggi, in molte occasioni, dimostra tutta la sua inadeguatezza architettonica, urbanistica e strutturale".