Gettonopoli Catanzaro, il Comune vuole costituirsi parte civile nei confronti di altri ex consiglieri

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Palazzo De Nobili
  14 novembre 2022 08:00

Gli spettri del passato tornano a bussare nel presente. La Giunta comunale di Catanzaro, guidata dal sindaco Nicola Fiorita, nell'ultima seduta ha deciso di 'estendere' la richiesta di costituzione di parte civile nell'ambito del procedimento Gettonopoli, ossia l'inchiesta spartiacque dell'ultima consiliatura. In vista dell'udienza del prossimo 21 novembre, infatti, l'esecutivo municipale ha deliberato di costituirsi contro due ex consiglieri comunali. Sebbene l'atto sia omissato, dovrebbe trattarsi (stando a fonti accreditate) degli ex amministratori Giovanni Merante e Antonio Triffiletti. 

Nel provvedimento viene precisato che gli ex consiglieri hanno chiesto che "il procedimento venga definito con le forme del giudizio immediato". Inoltre, nell'atto predisposto dal dirigente dell'avvocatura Saverio Molica viene puntualizzato: "che, qualora accertati, i reati contestati agli imputati comporterebbero il diritto del Comune al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali subiti, compresi quelli derivanti dalla lesione all'immagine dell’Ente" e ancora "che, non sussistendo una giurisdizione esclusiva del giudice contabile e non esistendo ad oggi alcuna sentenza del giudice contabile che abbia già riconosciuto la sussistenza dei suddetti danni e la responsabilità dei medesimi soggetti, si rende necessaria ed opportuna la costituzione di parte civile nel procedimento penale di cui trattasi al fine di formalizzare le richieste risarcitorie per tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali cagionati al Comune di Catanzaro, ivi compreso l’eventuale danno all’immagine". Queste le motivazioni alla base della nuova richiesta di Palazzo De Nobili.

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In precedenza il Comune, nell'ambito del procedimento Gettonopoli  aveva avanzato la richiesta di costituzione di parte civile nei confronti dei "consiglieri dell’epoca e degli imprenditori che, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero indotto l’Amministrazione Comunale a corrispondere il rimborso delle somme erogate dai datori di lavoro ai predetti Consiglieri a titolo di retribuzione per il periodo dell’espletamento dell’incarico politico pur in assenza di un effettivo rapporto di lavoro subordinato, nonché nei confronti dei soli Consiglieri Comunali dell’epoca che non hanno provveduto a restituire i gettoni di presenza". (g.r.)

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