Il provvedimento del Giudice per le indagini preliminari di Catanzaro non ci convince, scrivono in una nota congiunta i difensori di fiducia dei Consiglieri indagati, ma neppure ci sorprende”. Lo scrivono le difese degli indagati del processo “Gettonopoli”, che questa mattina ha registrato l’ordinanza del gip di Catanzaro con la quale a chiesto al pubblico ministero di formulare l’accusa per i reati di falso e truffa nei confronti di 19 consiglieri comunali e e e di fatto Bocciando quella che era la richiesta di archiviazione per tenunità del fatto.
“Del resto, a seguito della richiesta di archiviazione formulata dal PM, la motivazione del decreto di fissazione dell’udienza camerale fissata Gip consentiva agevolmente, tra le righe, di leggere in anticipo il diverso orientamento del Giudice - che non condividiamo, pur rispettandolo - rispetto a quello prospettato dal Pubblico ministero. Non possiamo trascurare, neppure, che la fase decisoria appena conclusa riguarda, non già la fondatezza delle accuse, che lo stesso organo requirente ha ritenuto intrinsecamente fragili, quanto piuttosto l’esigenza di un approfondimento istruttorio che può trovare il proprio sfogo naturale solo nel processo. Per questo la decisone di oggi, che ha valenza interna al procedimento, va presa per quella che è. Soprattutto se consideriamo che chi è in attesa di giudizio è assistito, per dettato costituzionale, dalla presunzione di innocenza. Continueremo, piuttosto, a sostenere le buone ragioni dei nostri rappresentati davanti al Tribunale, sicuri che dall’esame approfondito delle loro condotte (precluso al GIP), non solo potrà escludersi ogni ipotesi decettiva, ma emergeranno con chiarezza i principi di buona fede e correttezza che hanno ispirato il loro agire nei confronti dell’Ente comunale”, hanno concluso gli avvocati della difesa in una nota stampa.
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