Gettonopoli. Le difese di 18 indagati insistono: “Archiviazione perché il fatto non sussiste”

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  06 ottobre 2021 13:19

di EDOARDO CORASANITI

Archiviazione perché il fatto non sussiste e non per tenuità. È la richiesta formulata dalle difese dei 18 indagati per cui la Procura della Repubblica di Catanzaro ha chiesto l’archiviazione per tenuità  del fatto nell’ambito del procedimento denominato "Gettonopoli",  il caso giudiziario che a dicembre 2019 ha investito Palazzo de Nobili e che ha spedito il capoluogo all'attenzione dei media nazionali. Al centro di questo filone, i gettoni di presenza percepiti dai consiglieri comunali durante le commissioni consiliari nel periodo che va da novembre a dicembre del 2018 e assunzioni fittizie.  

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Nei mesi scorsi il pm Pasquale Mandolfino ha chiesto l'archiviazione per 19 indagati ma sei nei mesi scorsi si sono opposti, andando alla ricerca di una soluzione più ampia: Filippo Mancuso (Difeso da Francesco Iacopino), Agazio Praticò (Difeso da Antonio Lomonaco), Antonio Mirarchi (Difeso da Eugenio Perrone), Fabio Celia (Difeso da Eugenio Perrone), Antonio Angotti (difeso da Eugenio Perrone), Manuela Costanzo (difesa da Giuseppe Pitaro). Il giudice Valenza ha fissato così per oggi l'udienza in cui sono compresi anche gli altri indagati, secondo cui però "ad un primo esame proprio in questa fase ed impregiudicata ogni ulteriore valutazione, le considerazioni poste a fondamento della richiesta di archiviazione medesima non appaiono condivisibili”. Dopo l’udienza di oggi si è riservata. La Procura era assente.

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CHE COS’È LA PARTICOLARE TENUITÀ DEL FATTO. 

Introdotto nel 2015, l’articolo 131 bis codice penale è una clausola di esenzione dalla pena, applicabile entro il limite esterno dato dalla pena edittale massima dei cinque anni di detenzione. 
L’offesa deve risultare di particolare tenuità ed il comportamento non deve essere abituale. 
L’articolo 131-bis evidenzia in sostanza la sussistenza di un reato, ma che risulti non meritevole di punibilità a causa dello scarso disvalore che lo contrassegna. In questo caso, inoltre, gli indagati hanno risarcito (riparato) la porte offesa: il Comune.
Il provvedimento di archiviazione per particolare tenuità del fatto deve essere iscritto nel casellario giudiziale ma non è menzionato nei certificati rilasciati a richiesta dell'interessato, del datore di lavoro e della Pubblica Amministrazione, a differenza dell’archiviazione “piena” per infondatezza della notizia di reato.

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Per omessa notifica il procedimento nei confronti di Rosario Lostumbo (difeso da Vincenzo Ioppoli) è stato stralciata. Verrà discussa il 18 ottobre. 

Questa mattina anche gli altri indagati hanno chiesto l’archiviazione più ampia possibile e destinata ad eliminare ogni dubbio sulla legittimità della condotta dei consiglieri comunali.

E in particolare, Roberta Gallo (Difesa da Amedeo Bianco), Francesco Gironda (Difeso da Valerio Murgano), Cristina Rotundo (Difesa da Amedeo Bianco), Fabio Talarico (Difeso da Amedeo Bianco), Antonio Ursino (Difeso da Danila Gullì), Luigi Levato (Difeso da Helenio Cartaginese), Francesca Carlotta Celi (Difeso da Marco Reina), Giulia Procopi (Difesa da Enzo De Caro), Rosario Mancuso (Difeso da Michele De Cillis), Lorenzo Costa (Difeso da Maurizio Belmonte), Giuseppe Pisano (Difeso da Pisano Giuseppe), Enrico Consolante (Difeso da Flavio Pirrò e Rosario Montesanti). 

Per Nicola Fiorita, Gianmichele Bosco, Eugenio Riccio, Demetrio Battaglia il Gip ha archiviato  (si potrebbe dire con "formula piena") definitivamente le accuse  (LEGGI QUI).

Sul piano degli altri filoni d'indagine, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per 12 (LEGGI QUI): tra di loro, i consiglieri comunali di Catanzaro Giovanni Merante, Libero Notarangelo (dimesso), Antonio Triffiletti. Quest'ultimi appartengono esclusivamente al filone relativo ai gettoni di presenza percepiti dai consiglieri comunali durante le commissioni consiliari. Mentre un altro si riferisce ai pagamenti che le aziende avrebbero chiesto al Comune per l'assenza dal lavoro dei consiglieri comunali poiché impegnati in attività istituzionali e interessa Andrea Amendola, Enrico ConsolanteSergio Costanzo, Tommaso Brutto (dimesso). Ma anche per Antonio Amendola (in concorso con Andrea Amendola),  Carmelo Coluccio e Musielak Elzibieta (in concorso con Tommaso Brutto),  Salvatore Larosa (in concorso con Sergio Costanzo), Sabrina Scarfone (in concorso con Enrico Consolante).


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