Giammetti racconta i Genesis: "Hanno lasciato un'eredità di musica immortale"

di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA

"Mi sono appassionato a questa musica e ho trovato i Genesis unici per la loro capacità di rinnovarsi nel corso del tempo".

Ad affermarlo è Mario Giammetti, al Museo del Rock di Catanzaro, in occasione dell'iniziativa pomeridiana sulla celebre band inglese organizzata e coordinata dal direttore del Museo Piergiorgio Caruso insieme al giornalista Peppe Panella, in una sala gremita di appassionati e curiosi che ha seguito con interesse e ascoltato diversi brani dei Genesis.

"Credo siano stati tanto in gamba per aver avuto il coraggio di cambiare genere - spiega Gammetti - e trovare nuove soluzioni quando i tempi stavano mutando con il punk che stava irrompendo sulla scena e stava stravolgendo una serie di equilibri".

Poi afferma: "L'altro aspetto è che adoro la situazione solistica di tutti i membri della composizione che hanno pubblicato numerosi album tutti molto interessanti e vari come generi musicali comprendo territori diversi".

Il più importante biografo dei Genesis ricorda che "un anno fa il gruppo musicale ha fatto il tour, rimandato due volte causa covid, ma nel marzo 2022 ha fatto gli ultimi concerti a Londra e con quelli, dato che Phil Collins non è più in condizione di suonare ma può solo cantare da seduto e neppure in condizioni ottimali, la loro storia si chiude qui".

E conclude sottolineando che "questa sera abbiamo ascoltato esempi di brani di psichedelia che non è proprio è il loro genere ma senza dubbio la band britannica ha lasciato un'eredità di musica immortale che è piaciuta a diverse generazioni che dopo 50 anni fa nuovi adepti. Mentre, il progressive rock esiste ancora ed è facile vedere tributi ai Genesis e c'è tanta gente che va ad ascoltare. Anche in Italia c'è un movimento di nicchia anche che coltiva il genere".

Scaletta dei brani dei Genesis ascoltati in vinile:

Twilight alehouse; It's yourself; The waiting room (Evil jam); Do the neuronic; Peter Gabriel: Curtains

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