di GIANPAOLO STANIZZI
Via Falcone e Borsellino, Catanzaro.
Palazzo di Giustizia.
Nell'aula al piano terra, testimone di tante sofferenze e drammi umani ma anche esempio di grande ebanisteria catanzarese, il prossimo 1 febbraio ci sarà l'inaugurazione dell' Anno Giudiziario del Distretto della Corte d' Appello di Catanzaro.
Mai come quest'anno questa manifestazione dovra', a parere mio, costituire una occasione unica, per gli addetti ai lavori e per tutti i cittadini a cui è rivolta, per lanciare un forte messaggio di fiducia e speranza.
È grande - lo percepisco e mi viene riferito da colleghi e conoscenti - il senso di vuoto e di smarrimento che ognuno di noi sta vivendo.
Ciò che è successo negli ultimi mesi può, infatti, essere paragonato ad un grave lutto che necessita di tempo per essere elaborato e metabolizzato.
E non sono certo che nemmeno sarà facile in breve tempo raggiungere uno stato, intimo ed emozionale, di Pace e Fiducia!
Ed allora, proprio in prossimità di questo appuntamento, mi viene in aiuto Platone.
L' idea di Giustizia - osservò il filosofo nella Repubblica -, è talmente importante che nemmeno una banda di ladroni può farne a meno. Per rapinare o commettere crimini i malviventi che ne fanno parte si devono dare delle norme; contrariamente non sarebbe per loro possibile coordinarsi, agire, meno che mai spartire un bottino.
Oggi - mi domando, però, - possiamo ancora parlare di Giustizia? Quella Giustizia, ovviamente, che equivale a rispetto delle norme giuridiche poste alla base di uno Stato di Diritto? Ed ancora mi chiedo: l' opinione pubblica, il Cittadino quale fiducia potrà ancora nutrire dopo che le telecamere delle TV nazionali sono state accese nei corridoi e nelle stanze di Uffici giudiziari catanzaresi all' indomani di clamorosi arresti?
Intervistato dalla troupe di una nota trasmissione televisiva, qualche giorno fa non ho avuto alcuna difficoltà a manifestare il mio stupore alle provocatorie domande del giornalista: il Foro Catanzarese, partendo dal commesso al Magistrato più alto di grado, è stato sempre modello di onestà, rettitudine e capacità professionale.
L' ho detto, con il cuore e con convinzione.
Oggi, perciò, pur fermamente convinto della garanzia costituzionale di non colpevolezza dell' indagato/imputato sino alla pronuncia di una definitiva sentenza, penso che sia giunto il momento che Magistratura ed Avvocatura si siedano e studino il da farsi, nel superiore interesse della nostra Collettività!
Sabato mi recherò come sempre all' inaugurazione dell' anno giudiziario in Corte d' Appello. È un dovere partecipare per noi Avvocati.
Il mio spirito, forse, non sarà quello degli anni trascorsi. Da giorni vivo - ripeto,sensazione condivisa da tanti Colleghi - un senso di vuoto e di smarrimento.
Ma ho tanta fiducia nella Magistratura e nell' Avvocatura, catanzarese e non.
Spero di sentire dalle Autorità presenti parole costruttive che possano restituire al nostro ambiente, ai Cittadini tutti, alla nostra Clientela fiducia e speranza per una Giustizia libera da corruttele e squallidi commerci.
Perché non vorrei che fossero amaramente profetiche quelle parole di Corrado Alvaro: " la disperazione più grande che possa colpire una Società è rendersi conto che vivere onestamente sia stato inutile".
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