di GIANPIERO TAVERNITI
Arriva la festa più bella, quella più importante , quella dello specchio dell'anima, delle origini , delle tradizioni , dei ricordi e della famiglia. Già il Santo Natale, festa sacra per ognuno di noi, festa magica, brillante di emozioni, che riempie di bollicine solo i bicchieri e non più il cuore come un tempo.
Ombre del tempo passato che in questa festa davano lustro e brillantezza, al valore inestimabile della propria famiglia, dei propri amici veri, festa che riuniva tutti , spesso solo davanti a un caminetto o per chi non se lo poteva permettere, davanti a un braciere umile, ma ricco di unione. Sono cambiati i tempi o siamo cambiati noi? La festa che un tempo metteva sotto l'albero, pensierini fatti con il cuore, metteva sotto l'albero un sacchetto di ottima farina, magari una bottiglia di olio e qualche maglioncino o sciarpa di vera lana fatta ai ferri dalla nonna o dalla mamma.
Un grande lusso, che portava ad esserne fieri , a sentirsi ricchi nella povertà, sembra un controsenso , ma la profondità di essere ricchi nella povertà, è la sensazione più nobile che un uomo possa sentire. Ricchi di affetti, ricchi di amici, ricchi di coesione familiare, poveri solo di materialismo, nella cattiveria , nelle invidie , quelle povertà nella ricca e sana società dei tempi passati , dei periodi post boom economico in Italia, quando non si facevano guerre per un panettone e di influenze(R) si conosceva solo quella dell'inverno con l'arrivo dei primi freddi e la si curava con rimedi naturali e non con strombazzate sui social come oggi.
Nessuno vorrebbe fare a meno della ricchezza, ma tutti siamo malinconici di quella ricchezza vera, quella interiore che un tempo contagiava tutti e non serviva nessun vaccino per frenarla. Un Santo Natale, con tanto consumismo, con tante cattiverie umane, si attende il giorno più bello dell'anno, quella della nascita del nostro Bambinello, quando in terra santa , in Palestina , dei bambinelli e dei loro corpicini privi di vita, se ne fa trofeo di guerra o magari dietro i nostri confini europei si continua a combattere, non si sa per quale interesse , sia esso, culturale, economico e etnico, l'interesse più alto e più importante , e' solo uno, quello che si sta continuando a combattere, a seminare morte e sangue, alle porte del Santo Natale.
Un Santo Natale , più povero, meno mondano , in piena austerity che dovrebbe contribuire ad arricchirci dentro un pò tutti chi più chi meno, ma tutti dovremmo attingere a quella moneta preziosa di arricchimento interiore, moneta che oggi nelle borse mondiali , non viene mai cambiata per muovere i mercati di quelli che fanno le guerre. Un globo, contagiato di guerre, odio e dove quella comunità internazionale , tanto osannata delle volte sembra non voler comparire, sembra esserne ricca spettatrice di un' indegno e incivile spettacolo, frutto di attori ricchi che investono solo in una moneta , quella sporca moneta di sangue chiamata guerra. Non rimane che festeggiare in silenzio , meditando sui veri valori che ognuno di noi ha e che non vorrebbe mai resettare nella vera memoria umana, alimentata e riempita dalla vera intelligenza, che non ci rende schiavi come quella artificiale, ma ci rende protegonisti e attori principi nello spettacolo più ricco di applausi , quello spettacolo che alimenta solo unione , bene , umanità e che e' povero di lettere, ma e' ricco di contenuto e tutti conoscono come PACE.
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