Gianpiero Taverniti e il ricordo storico del primo maggio tra Coronavirus e il Cavatore di Catanzaro

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Gianpiero Taverniti
  01 maggio 2020 12:38

di Gianpiero Taverniti

Per la Prima volta, vedere una festa , una giornata di ricordo, di un qualche cosa di “sacro”, quel qualcosa che ti dà sicurezza, voglia di vivere, dignità, nell’affrontare le tue giornate, quel qualcosa che ti dà una meta , un orizzonte al mattino quando parti per lavorare, già parti , per lavorare? Oggi in questo Primo Maggio in emergenza COVID 19 , chi ha un lavoro si dovrà ricordare non solo di chi non lo ha più da tempo , si dovrà ricordare di un italiano su due che lo ha perso in questa fase critica globale.

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Era il giorno dei cortei, era il giorno della festa di tutti, per questo 2020, non lo sarà, si va dalla giornata festosa , che coinvolgeva tanta gente nelle piazze a cantare, ad assistere a concerti , alla giornata perfettamente opposta, in un Primo Maggio Nero, dove non si può uscire , dove sono vietate gli assembramenti, dove tantissimi non lavorano più da tre mesi e dove non si può cantare, anche perché ti hanno messo una mascherina di protezione davanti la bocca.

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La simbologia non solo di un' opera d’arte, esempio il Cavatore di Catanzaro, di colui che tenacemente lavora fa sacrifici lavorando e acquistando dignità quotidiana per rinascere, ma anche quella di un oggetto, di un dispositivo di protezione che sintetizza , simboleggiando la situazione di questo strano Primo Maggio, che per la prima volta non darà festa ai lavoratori , non darà la giusta dignità in questa giornata nella fierezza di essere produttivi alla propria azienda e alla propria nazione , ma credo sia doveroso dare il giusto e più importante ricordo a tutti i lavoratori caduti sul lavoro negli anni e maggiormente nei mesi e nei giorni, di questo incubo COVID19 , che non solo ha prodotto il Sacrificio di tanti anziani, non solo ha disastrato l’economia e la dignità lavoratrice conseguente, ma ha prodotto il sacrificio di tanti lavoratori sul campo, tutti quei medici, infermieri, volontari e militari che hanno lavorato per tutelarci e proteggerci in questa fase nera, a Loro solo LORO, va il NOSTRO ricordo in questo Primo Maggio , a loro che hanno lavorato con dignità per salvare e proteggere persone e sono andati via con Onorevole Dignità di lavoratori, azzerando la loro vita, azzerando ogni festa e azzerando anche dei modelli di sicurezza che probabilmente lo erano solo sulla burocratica carta assassina.  “Fà il mestiere che sai, che se non arricchisci camperai” , diceva Giovanni Verga

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