"Una imperdonabile ingiustizia ha depauperato l'Ospedale di Lamezia Terme di funzioni fondamentali con la chiusura di 18 reparti e di un numero considerevole di ambulatori. La logica che ha ispirato l'operazione è risultata fallimentare ed ingannevole oltre che irragionevole .Priva di senso. Se i burocrati e le menti operative fossero dotate di un benché minimo tasso di intelligenza avrebbero tentato di porvi rimedio : se una persona si rende conto che ha sbagliato cerca di correggere. Se non lo fa le cose sono due o non è in grado di valutare l'errore ed è un fatto grave oppure riesce a capire il male fatto e non vuole o non può tornare indietro e questo diventa pesante come un macigno". Lo affermano, insieme, Giuseppe Gigliotti (Italia Nostra) e Rosa Bongiovanni (Sanità bene pubblico).
"L'apparire del covid-19 ha messo in evidenza, posto ve ne fosse bisogno, tutte le inadeguatezze e tutte le fragilità della struttura ospedaliera di Lamezia Terme .Se non avessero intaccato quella che era una realtà funzionante ricca di reparti e di operatività non registreremmo tutti fatti penosi di cui siamo costretti ad interessarci quotidianamente. Non stiamo chiedendo la luna ma la restituzione di quanto c'è stato tolto. I reparti chiusi ed in maniera particolare malattie infettive microbiologia e virologia tin devono essere immediatamente riaperti".
La regione su disposizione del governo avrebbe dovuto raddoppiare i posti letto di pneumologia e malattie infettive ed aumentare del 50% i posti letti di rianimazione. Niente di tutto questo è stato fatto. Nessuna giustificazione può essere addotta nel decidere di non muovere un dito. Davvero miserevole questo andazzo- continuano Gigliotti e Bongiovanni- La pandemia ha messo in risalto quanto sia importante il buon funzionamento della sanità pubblica e per quanto ci riguarda quella lametina in particolare .Gli ultimi dieci anni sono stati impiegati a smontarla e a renderla insicura per i pazienti e per gli stessi operatori sanitari. A quale scopo davvero non si capisce oppure forse si comprende molto bene .
Il disfacimento della sanità pubblica rende difficile la vita dei malati .La mancanza di strutture di strumentazioni di ambulatori e reparti è causa di morte e di dolore. Nel migliore dei casi riuscire a prenotarsi una visita significa percorrere un calvario :non si sa né dove né quando e se essa può avvenire spesso non si riesce nemmeno a prenotare. Il diritto alla cura e alla salute viene sacrificato sull'altare delle inefficienze della totale incapacità amministrativa e sanitaria oltre che politica .I più poveri e quanti vivono in difficoltà sono costretti a rinunciare ai loro sacrosanti diritti: la povertà è sempre più accompagnata da laceranti ingiustizie . Per quanto ci riguarda continueremo ad alzare la voce contro i diritti negati e saremo sempre vigili ed attenti Affinché a nessuno sia negata la possibilità di essere curato. D'altronde tutto questo necessità per fronteggiare oltre il covid-19 le eventuali altre forme di pandemia che la scienza prevede possano ripresentarsi periodicamente e con una certa frequenza", hanno concluso Giuseppe Gigliotti (Italia Nostra) e Rosa Bongiovanni (Sanità bene pubblico).
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