"Sono davvero tante le segnalazioni di nuovi disperati che ci pregano di far sentire la loro voce e i loro bisogni per non essere considerati inesistenti". Così in una nota del vicepresidente di Italia Nostra Calabria Giuseppe Gigliotti. "Sale di oltre un milione in Italia il numero dei "nuovi poveri" - prosegue Gigliotti - che hanno bisogno di aiuto anche per mangiare per effetto della crisi provocata dall'emergenza sanitaria e dalla perdita di lavoro. E' quanto emerge da una analisi condotta a tre mesi dall'inizio della pandemia sulla base delle persone che da allora hanno beneficiato di aiuti alimentari con i fondi Fead distribuiti da associazioni come la Caritas ed il Banco Alimentare che registrano un aumento fino al 40% delle richieste di aiuto. Un bilancio drammatico che ha sconvolto la vita delle famiglie e l'economia ma soprattutto ha provocato sofferenza con oltre 32 mila vittime. Un tunnel dal quale il Paese tenta di uscire con uno sforzo collettivo che non può essere vanificato da comportamenti scorretti con assembramenti, party e movida che rischiano di alimentare la ripresa del contagio".
"Fra i "nuovi poveri" ci sono coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, - si legge ancora sulla nota - le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie. Presso i centri di distribuzione dei pacchi alimentari e alle mense della solidarietà si presentano persone e famiglie che mai prima d'ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche e ai centralini arrivano decine di telefonate al giorno con richieste di aiuto perché padri e madri non sanno come sfamare i figli e si vergognano di trovarsi per la prima volta in questo tipo di difficoltà. Una fascia di nuovi indigenti che fa salire a 3,7 milioni il numero totale di persone che in Italia in questo momento hanno bisogno di aiuto per mangiare".
"Le situazioni di difficoltà sono diffuse lungo tutta la penisola - precisa Gigliotti - ma le maggiori criticità si registrano nel Mezzogiorno con il 20% degli indigenti che si trova in Campania, il 14% in Calabria e l'11% in Sicilia ma situazioni diffuse di bisogno alimentare si rilevano anche nel Lazio (10%) e in Lombardia (9%) dove più duramente ha colpito l'emergenza sanitaria, secondo gli ultimi dati Fead. Tra questi ci sono anche 700 mila under 15 che hanno bisogno di aiuti per mangiare con l'aggravarsi della crisi tra le famiglie e la chiusura delle mense scolastiche che per molti rappresentavano una occasione per un pasto caldo garantito. Una emergenza sociale senza precedenti dal dopoguerra contro la quale si è attivata la solidarietà per rafforzare gli interventi sul piano alimentare a chi si trova in difficoltà.
"Quasi 4 italiani su 10 (39%) dall'inizio dell'emergenza hanno dichiarato di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori con la "spesa sospesa". Nei mercati contadini sono stati raccolti 500 mila chili di cibo di qualità e a chilometri zero donati a decine di migliaia di famiglie e persone più bisognose direttamente dagli agricoltori di Campagna Amica. Una realtà, - conclude la nota di Gigliotti - quella dei nuovi poveri,che si aggiunge a quanti anche prima dello scoppio della pandemia avevano serie difficoltà a far fronte ai bisogni di primissima emergenza, a cominciare dal cibo. Sono i tanti invisibili che non ricevono cure.Sono ignorati e dimenticati. Sono i senza diritti".
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