di IVANO IAI*
In relazione alle notizie diffuse di recente in merito a intercettazioni eseguite, mediante inoculazione di trojan, nei confronti di alcuni esponenti del giornalismo, si constata che in diverse occasioni si è fatto riferimento alle vicende del Dott. Eugenio Facciolla senza, tuttavia, esporre i fatti con la dovuta precisione e completezza di dati ed elementi a garanzia di una corretta informazione.
Si ribadisce, in proposito, che il Dott. Facciolla non ha mai trasferito, in alcun modo né ad alcuno, atti o documenti relativi a procedimenti di cui aveva la titolarità o detenuti in ragione di proprie vicende personali.
Risulta, semmai, accertato l'opposto, in particolare con riferimento alla vicenda del giornalista Paolo Orofino, dalla captazione delle cui conversazioni con il magistrato è emerso un fermo e inequivocabile rifiuto del Dott. Facciolla a offrire, anche solo in visione, atti o documenti di natura giudiziaria. (LEGGI QUI)
Tanto è vero che la Sezione Disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura ha assolto il Dott. Facciolla dalla relativa incolpazione e la sentenza, non impugnata dalla Procura Generale della Cassazione, è divenuta irrivocabile.
*avvocato
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