Giornata della memoria a Catanzaro, "Donne e Shoah": con i ragazzi del 'De Nobili' viaggio tra gli orrori

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images Giornata della memoria a Catanzaro, "Donne e Shoah": con i ragazzi del 'De Nobili' viaggio tra gli orrori

  29 gennaio 2024 13:00

di TERESA ALOI

Non una semplice commemorazione ma la necessità di conoscere per raggiungere una maggiore consapevolezza nell'allontanare ogni situazione estrema. Memoria e Shoah. O meglio, memoria e "Ruolo delle donne nella Shoah", l'iniziativa moderata da Maria Rita Galati. organizzata  presso la “Sala della Musica” del Comune di Catanzaro con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione in collaborazione con la sezione ANPI provinciale e il Coordinamento Regionale delle Consulte provinciali degli Studenti. Presente anche il Centro diurno Abc (autismo e bisogni complessi) di Fondazione Città solidale.  

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Memoria. Memoria di brutture, di orrore, di violenza. Le note del violino di Maria Vittoria Armone e il video  realizzato dai  ragazzi della VA del Liceo artistico, fanno il resto. Immagini in bianco e nero - non potrebbe essere altrimenti - e parole come fame, freddo, paura, si rincorrono, frame dopo frame, in una delle tante testimonianze di chi da quei campi uscì vivo. Lì dove "ammassati nelle baracche era  difficile sentirsi persino umani".

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"Bisogna insistere nel ricordare la memoria, ciò che è successo e tutte le conseguenze che ha generato" ha spiegato Angelo Gagliardi, dirigente scolastico dell'Istituto "De Nobili" rivolgendosi agli studenti e invitandoli a "prendere consapevolezza della Storia".

 Parla di  orrore, l'assessore comunale alla Pubblica Istruzione Nunzio Belcaro. Di combinazione di ingegno tecnologico, fanatismo e crudeltà. "Stiamo perdendo grandi pezzi di democrazia- ha detto -  il nostro compito è essere difensori della  libertà e della democrazia per tutte le persone morte per difendere questi valori" ricordando che a breve la terrazza del Complesso monumentale del San Giovanni sarà intitolata a Sandro Pertini.

Donne e Shoah.  Roberto Jarach  presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano  parla di penalizzazione maggiore per il genere femminile. "Questo perché, si sa, le donne hanno una maggiore sensibilità e anche perché molte vennero deportate con i figli e il momento della separazione e della selezione  rappresenta uno dei momenti peggiori". Poi, "perché alcune di loro furono costrette a lavori pesanti e questo ha dato un  impatto maggiore che non su un uomo". Da qui "si spiega  perché quelle che hanno resistito sono state poche".

Poche a "uscire vive" ma tante ad entrare nei campi di concentramento. "La deportazione ebraica, razziale ha colpito nuclei familiari e da lì deriva il fatto che ci siano state più donne che uomini. Gli uomini erano partigiani o attivi nella guerra di liberazione e nn erano a casa quando ci furono i rallestramenti".

La testimonianza di una sopravvissuta nelle parole di Marta Petrusewicz, docente di storia Moderna presso l’UniCal. Il ricordo degli orrori di una bimba di 3 anni ma anche il coraggio di una donna che ancora donna non era.

Franca Falduto  coordinatrice regionale delle Consulte provinciale degli studenti ha ricordato l'impegno delle Consulte "che si sono sempre occupate di Shoah, un tema sempre di attualità approfondito  con ricerche sul campo: ad Auschwitz ma anche raccogliendo testimonianze".  "Esercitare la memoria 365 giorni all'anno - le parole di Federica Saraco - la Storia è maestra e ci insegna a nn commettere gli errori del passato":

Su questo, basterebbe fermarsi e riflettere 

 Cinema, donne e Shoah nell'intervento di  Eugenio Attanasio, Cineteca della Calabria, che ha ricordato alcuni titoli di film dedicati al tema: Schindlet list, Kapò di Gino Pontecorvo: quest'ultimo, la  storia di una prigioniera che diventa custode e aguzzina delle altre donne rinchiuse nel campo. Ma ha anche ricordato il documentario di Mario Foglietti, uno dei primi girato sulla Shoah.  

Non ama "parlare di memoria ma di Storia", l'assessore alla Cultura Donatella Monteverdi "perché questi sono fatti della storia e non esclusivamente legati al ricordo e  perché il ricordo è sempre il frutto della nostra elaborazione". 

Maria Consuelo Abdel Hafiz Moamed Ramadan, dottoranda in “Migrazioni, Sistemi Sanitari Europei e Tutela dei Diritti Fondamentali” presso l’UniCal parla del "grande divoramento, dello sterminio, della persecuzione rom. Durante la seconda Guerra mondiale -ha ricordato - vennero sterminati  500 mila rom ma nessun libro riporta questo dato". "Non basta commemorare ma bisogna combattere le discriminazioni, anche le più piccole".

"Non dimenticare. Mai più". Sul non dimenticare, forse, ci siamo "ma è su quel 'mai più' che l'umanità ha sbagliato" ha sottolineato Mario Vallone Anpi. "Un fallimento" spiega. I  59 conflitti attivi nel Mondo ne sono un esempio.  "Il mpondo degli adulti non ha lasciato nulla di buono ai ragazzi. Le guerre - ha sottolineato vallone - ci sono sempre state, ma oggi ci sono altri mezzi per concluderle diversamente".

 

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