Oggi nella sede comunale sono state disposte le bandiere a mezz’asta ed è stato esposta ad una balconata una frase di Primo Levi in segno simbolico.
27 gennaio 2022 12:39"I genocidi e le supremazie di razza non sono terminati con la seconda guerra mondiale, esistono ancora oggi in molte parti del mondo. Per noi forse sono lontani, forse non ci toccano, ma solo quando tutto il mondo sarà libero noi potremmo definirci liberi. Penso in particolar modo al popolo siriano e a quello afgano, ma anche tanti altri uomini condannati a vivere sotto le torture e le violenze di dittatori assestati di potere. -così, in una nota, il sindaco di Isola Capo Rizzuto, Maria Grazia Vittimberga-
Penso ai tanti bambini senza infanzia, senza futuro, costretti a vivere tra guerre e fame. Tornando alla giornata odierna, oggi si celebra il 77° anniversario della liberazione dei sopravvissuti nei campi di concentramento. Si celebra la fine un massacro senza precedenti, di soprusi, violenze, torture di ogni genere, anche contro donne e bambini. E’ impensabile dimenticare quello che è successo in quei lager, le camere a gas, i forni crematori: anche se non lo abbiamo vissuto in prima persona lo abbiamo ripercorso attraverso i racconti dei nostri nonni e le testimonianze più note come quella della senatrice Liliana Segre".
"Tanti sono stati i nostri concittadini catturati e costretti a vivere tra soprusi e violenze, -scrive ancora- alcuni di loro non sono più tornati. Ricordare ogni anno tutto questo ci aiuta a trasmetterlo ai più giovani, da la possibilità alle scuole di organizzare eventi a tema raccontando agli alunni quello che hanno vissuto i loro coetanei.
Noi non vogliamo dimenticare e ci spiace che, a causa delle restrizioni Covid, anche quest’anno non abbiamo potuto organizzare un evento dedicato a quelle vittime, una giornata simbolica come meriterebbero.
La loro memoria è scolpita nei nostri cuori e non smetteremo mai di ricordarli".
*Oggi nella sede comunale sono state disposte le bandiere a mezz’asta ed è stato esposta ad una balconata una frase di Primo Levi in segno simbolico.
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