Giornata Internazionale della Disabilità. Cuzzupi (Ugl Scuola): "Non è un'anomalia, ma una caratteristica"

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Ornella Cuzzupi Ugl Scuola

La dirigente sindacale ribadisce che "nella scuola, come nella vita di ogni giorno, la disabilità non può, né deve, esser vista come un elemento selettivo che divide, bensì come una caratteristica personale da tener presente per non lasciare indietro nessuno"

  02 dicembre 2020 16:41

“Che il 3 dicembre sia una giornata importante in quanto ricorda come non debbano esistere discriminazioni nei confronti delle disabilità è senza dubbio un appuntamento rilevante. Quello che però deve essere chiaro è come questa affermazione non deve limitarsi ad annuncio di principio ma deve essere un valore costante e quotidiano”. Questa è la chiara posizione del Dirigente Sindacale UGL Ornella Cuzzupi che, nella sua doppia veste di Segretario regionale della Calabria e Segretario Nazionale Scuola, assume un aspetto molto specifico.

“Nella scuola, come nella vita di ogni giorno, la disabilità non può, né deve, esser vista come un elemento selettivo che divide, bensì come una caratteristica personale da tener presente per non lasciare indietro nessuno. Occorre definire, in maniera decisa e in ogni ambito sociale, l’idea che non vi sono i disabili e gli altri, ma un contesto in cui ogni persona ha i propri diritti e potenzialità da far crescere e utilizzare nel rispetto della considerazione e dell’inclusione di ciascuno senza differenza alcuna”.

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Su questo Ornella Cuzzupi è molto chiara e, in qualche modo, squarcia il velo di ipocrisia che troppo spesso serve a coprire il nulla che segue alle tante affermazioni di principio: “Il tema proposto quest’anno dall’ONU “Ricostruire meglio: verso un mondo post COVID-19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile” è un segno tangibile che molto ancora occorre fare. Mezzi e funzionalità dei sistemi devono poter essere utilizzati da tutti e in ogni modo, l’azzeramento delle barriere architettoniche, ad esempio, deve rappresentare la regola e non un qualcosa da richiedere. Occorre pensare ad un orizzonte pienamente inclusivo dove nessuno deve sentirsi escluso e dove la diversità può rappresentare un valore aggiunto per la stessa società. Questo nel lavoro, questo nella scuola, questo nella vita. Proprio su tali aspetti la tragedia del Covid ha tracciato con precisione, spesso drammatica, i limiti di ciò che è nei confronti di chi non risponde ai canoni della “normalità” comune. Ecco è questo concetto di “normalità” che deve essere esteso, aperto ad ogni specifica legata alla persona, solo in questo modo avremo una società più funzionale, più vera e, soprattutto, più giusta”.

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