di ANTONIO ARGENTIERI PIUMA
“E’ una giornata particolare in cui si combatte la droga, ma è una battaglia che non stiamo vincendo”.
Lo sostiene Isa Mantelli, presidente del Centro calabrese di solidarietà, nella giornata mondiale contro la droga che si è svolta questo pomeriggio presso il Centro polivalente di via Fontana vecchia, insieme ai ragazzi di Villa Emilia, che ha visto la rappresentazione di un reading sui brani tratti da Giovanni e Paolo, gli antieroi di Francesco Passafaro.
“E’ una società drogata e piena di ingiustizie, solitudine e indifferenza – sottolinea Mantelli - ci vuole molta forza e determinazione perché i più fragili cadono sotto i colpi della competizione e dell’isolamento”.
Poi dice: “Oggi diventa forte la testimonianza dei ragazzi che già hanno lasciato il Ccs ma che a distanza di tempo rivediamo per graduare la positività del percorso. Per noi è una giornata di vittoria”.
E ancora: “Rientriamo nei Lea e siamo nella sanità come tossicodipendenza ma la Calabria è arretrata perché non riconosce tutte le possibili figure e i moduli che dovrebbero esistere per combattere la droga. L’attenzione sulla tossicodipendenza è come se fosse andata in vacanza, come se l’avessimo normalizzata. Ci aspettiamo la ripresa di una battaglia più forte che riconosca il lavoro non più volontario ma che riconosca professionisti seri e strutture adeguate a cui vengono richieste le norme della sanità. Ci aspettiamo un trattamento pari a quello che ci richiedono”.
Riduzione del danno “La riduzione del danno la facciamo sempre – spiega - perchè dare la possibilità alle persone di prendersi una pausa è importante e non si mai che in quella pausa possano decidere di uscire definitivamente dalla droga semplicemente essendo accolti presso le nostre strutture”.
Depenalizzazione “La penalizzazione è negativa e soprattutto il carcere non va bene perché circola molta droga e si peggiora la condizione. Pensiamo che vadano ricercate le pene alternative e la giustizia riparativa. Portogallo e Olanda non sono vincenti perché non c’è una risposta alla sostanza. È facile entrare in una dipendenza ma è difficile uscirne. L’età in cui si entra in tossicodipendenza patologica è di 12 anni e il nostro cervello è molto fragile per cui i danni provocati dalle sostanze psicotrope alterano la normale maturazione celebrale”.
I numeri del Ccs “Il Centro opera da tanti anni e abbiamo visto più di 4mila persone con una fuoriuscita dalla tossicodipendenza che equivale al 33 per cento in prima battuta e diventa il 50 in seconda battuta. Anche se alcuni lasciano talvolta ce la fanno. Abbiamo ottimi risultati di una malattia cronica riconosciuta dal sistema sanitario”.
Dal canto suo, Moreno Galentino, responsabile dell’accoglienza del Centro calabrese di solidarietà, spiega: “Mi occupo dei ragazzi appena arrivati dalla strada e vederli affrancarsi lentamente dalla dipendenza è motivo di grande soddisfazione e orgoglio. I numeri dicono che la droga è in aumento. Le richieste di ingresso dimostrano che è una piaga trasversale che copre di tutti i ceti sociali e con ogni tipo ogni sostanza la crescita. Cocaina, crack, eroina, anche l’alcol sono una piaga seria".
Poi ricorda: "Facciamo circa 80 ingressi all’anno e mandiamo in comunità un numero consistente di arrivati che prosegue nella fase più lunga. Ogni anno riusciamo a graduare cinque, sette o anche otto persone”.
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