A pochi giorni dalla conclusione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), mentre tutti ormai stanno tornando ai loro consueti impegni, la partecipazione emotiva è ancora forte al solo ricordo di quanto è stato condiviso da 27 giovani dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, durante i giorni trascorsi a Lisbona insieme ad un milione e mezzo di giovani di tutto il mondo.
È stata una bella ed entusiasmante esperienza di Chiesa che ha segnato un momento fondamentale nel cammino personale e di fede di ogni ragazzo. Il caldo di quelle giornate non ha spento l’entusiasmo, né attenuato il tripudio di bandiere e colori che hanno accompagnato i vari momenti della XXXVII GMG in un clima di festa e di preghiera. Tra tutte, la bandiera italiana e, al fianco, quella dell’U.S. Catanzaro, sventolata orgogliosamente dai giovani della Diocesi, le quali, alte sulle loro teste, hanno permesso al gruppo di rimanere unito anche tra la folla e di identificarsi di fronte ad altri giovani, altresì grazie al tripudio di cori tipici della tifoseria calcistica.
Significative sono state le catechesi, che hanno animato le mattine dal 2 al 4 agosto, organizzate nelle parrocchie ospitanti e guidate anche dai Vescovi delle Diocesi calabresi, tra cui l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace S.E. Mons. Claudio Maniago.
Davvero intensi sono stati, inoltre, i diversi momenti vissuti nel “Campo de Graça”, luogo scelto dagli organizzatori della GMG come sede della Veglia e della Messa di chiusura presiedute da Papa Francesco. Diversi i chilometri percorsi da tutti i partecipanti per raggiungere la zona e davvero toccanti e sferzanti le parole pronunciate dal Santo Padre tra la sera di sabato e la mattina di domenica che hanno segnato in modo vivo i cuori di tutti: «Cari fratelli e sorelle […], la gioia è missionaria […]. La gioia non sta nella biblioteca, chiusa – anche se è necessario studiare! – ma sta da un’altra parte. Non è custodita sotto chiave. La gioia bisogna cercarla, bisogna scoprirla. Bisogna scoprirla nel dialogo con gli altri, dove dobbiamo dare queste radici di gioia che abbiamo ricevuto». E ancora: «Cosa portiamo con noi ritornando alla vita quotidiana? […] Rispondo con queste tre parole: brillare, ascoltare e non temere».
Sul palco l’immagine della Vergine Maria di Fatima, a ricordare il senso più profondo di questa GMG, inserita nella cornice evangelica lucana “Maria si alzò e andò in fretta”. «Maria compie un gesto non richiesto e non dovuto; – ha aggiunto il Santo Padre – Maria va perché ama e “chi ama vola, corre lietamente”. Questo è quello che ci fa l’amore».
Infine, il compito che Papa Francesco ha affidato ai giovani, al termine di questa esperienza, è che il servizio fatto in questa GMG sia la prima di tante onde di bene; ogni volta che i giovani saranno portati più in alto, più vicini a Dio, ciò gli permetterà di vedere da una prospettiva migliore la loro strada.
Dunque, il Papa chiede ai giovani di agire, di entrare in azione, per rendere dinamiche la propria vita e le proprie comunità di appartenenza. Un invito che non è passato inosservato, insieme all’appuntamento, nel 2027, a Seul, ma ancora prima il 2025 al Giubileo dei Giovani a Roma.
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