di GIANPIERO TAVERNITI
"Un animale da compagnia, che secondo statistiche settoriali, numericamente nel nostro paese, si è guadagnato una fetta importante, nelle case degli italiani, sono circa otto milioni, gli animaletti felini che hanno un posto di rilievo come animale di compagnia. In Italia lo si festeggia il 17 febbraio , dopo che nel 1990 la giornalista Claudia Angeletti con un sondaggio sulla rivista Tuttogatto, aveva proposto questa data, mentre a livello internazionale nel Cat Day World , lo si festeggia l’8 agosto. Animale che è presente nella quotidianità di tanta gente, che nel passato veniva venerato dagli Egizi, al punto che la dea Bastet aveva il corpo di donna e il viso di gatto, confermato anche dai ritrovamenti di archeologi, che nelle tombe hanno rinvenuto mummie di gatto. Solo nel medioevo, la figura del gatto, fu demonizzata, accoppiandola a figura di stregonerie e con il 17 come data assegnata per festeggiarlo si è cercato di sfatare questo numero che da tantissimi superstiziosi è visto come un numero sfortunato, mentre la scelta del mese di febbraio, come mese dell’acquario, che maggiormente incarna spiriti liberi e indipendenti, come il nostro amico felino.
Con il passar del tempo, questo animale venne sempre più rivalutato e “adottato” nella quotidianità come animale domestico di compagnia, inutile dire che trattandosi di un felino, è un animale indipendente, ma per la sua distintiva linea comportamentale è sempre più richiesto; nel mondo esistono diverse rare razze dai costi a volte eccessivi che vanno sempre più di tendenza. Nelle nostre città, nei nostri borghi a volte abbandonati e “spopolati”, nei nostri paesini di mare, ve ne sono una miriade randagi, tantissimi dopo le varie cucciolate vengono abbandonati nei letti dei fiumi o addirittura, tanti fatti lo hanno attestato, vengono gettati in sacchetti nel mare.
Inciviltà verso chi innocentemente, porta compagnia, verso forme di vita animali che non hanno colpe, hanno anche loro il diritto alla vita e al rispetto, da parte dell’animale che per antonomasia ha un intelletto e che spesso si dimentica di usarlo.. Il nocciolo del pezzo , vuole arrivare a far capire che a volte da un gatto trovatello , può nascere un felice felino, un “tigrotto domestico” , quindi con forza ognuno di noi dovrà dimostrare con una piccola adozione un fermo NO agli abbandoni e un disponibile SI , avendone le possibilità , all’adozione di un animale cosi importante , che se veramente curato , nella sua autonomia rimane pulito, affettuoso e con le sue fusa, potrà fare felice tanti persone sole, bambini e appassionati di questo mondo che nell’economia settoriale derivata comincia a farsi sentire con numeri rilevanti".
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