Giovani dottori commercialisti a confronto su Zes unica e nuovo concordato preventivo biennale

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  21 dicembre 2023 14:03

di FRANCESCO IULIANO

La ‘Zona Economica Speciale - Zes unica’ come opportunità di sviluppo per i territori ed il  ‘Concordato preventivo biennale’, tra le principali novità della riforma fiscale.

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Sono stati  questi gli argomenti che hanno impegnato il dibattito nel convegno nazionale promosso dall’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, allestito nella sala convegni ‘Rosario Livatino' del Palazzo Mottola, in Piazza Giuseppe Garibaldi.

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All’incontro, moderato dal consigliere di Odcec Catanzaro, Maria Antonietta Viscomi, hanno relazionato, il consigliere Odcec di Catanzaro, Francesco Barone, l’ordinario di Organizzazione aziendale e Gestione risorse umane DIGES - dell’Universita “Magna Graecia”, Rocco Reina, il presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara ed il segretario dell’Ungdcec, Carlo De Luca.

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In apertura i saluti del presidente dell’Ordine Commercialisti di Catanzaro, Rosamaria Petitto, del presidente dell’Ugdcec Catanzaro, William Gigliotti, dell’assessore alle Attività economiche, Antonio Borelli e del consigliere della Giunta nazionale dell’Unione Giovani dottori Commercialisti ed Esperti commericali, Alfredo Iannitelli.

“Abbiamo organizzato questo convegno insieme all'Unione giovani - ha detto Rosamaria Petitto - perché riteniamo che l'argomento della Zes unica sia un argomento di nicchia ma comunque di grande interesse, soprattutto per il territorio e per le imprese che svolgono queste attività. Un'opportunità che consente di effettuare investimenti in questa zona unica, investimenti che sono assoggettati ad agevolazioni fiscali. Attività, questa, che comporta anche un intervento da parte dei dottori commercialisti a supporto delle aziende per consentire loro di aderire e quindi di avviare degli investimenti specifici usufruendo delle agevolazioni fiscali previste dal 2024”.

Giudizi sfavorevoli, sono arrivati dal presidente di Unindustria Calabria, Aldo Ferrara che, sulla Zes unica, non ha nascosto le perplessità sollevate della categoria. “Siamo molto preoccupati, in questo momento, sia per la riforma che è stata messa in campo quindi per il nuovo modello della Zes per la quale rileviamo delle potenziali criticità come, ad esempio, le risorse destinate che riteniamo assolutamente insufficienti rispetto a quello che è l’attuale perimetro delle Zes. In precedenza - ha spiegato Ferrara -  erano stati identificati perimetri territorialmente limitati nelle otto regioni del Mezzogiorno. Oggi nel nuovo decreto c’è tutto il Mezzogiorno ed il milione e 800mila euro destinati sono insufficienti. Peraltro queste sono risorse a rubinetto, cioè quando finiscono, si chiudono i ponti. Peraltro le risorse sono state destinate solo per il 2024, spendibili da gennaio a novembre, mentre, in precedenza, era stato considerato un piano triennale.

A questo c’è da aggiungere che da gennaio è decaduta la figura del commissario straordinario di governo. Questo significa che vengono a mancare i riferimenti territoriali. Auspichiamo che nella fase di attuazione del nuovo modello sia ripristinata la condizione precedente. Con un Dpcm dello scorso 15 dicembre - ha concluso -, è stato stabilito, invece, che dall'1 gennaio decade definitamente la figura del commissario. Il problema è che non esiste un regime transitorio. Quindi non si capisce chi deve portare avanti sia gli appalti che erano stati attivati con il Pnrr, e non si capisce tutte le conferenze di servizi e gli investimenti che erano in itinere chi avranno come interlocutore. Ci auguriamo che nella fase attuativa questi problemi vengano risolti altrimenti rischiamo di perdere tutto ciò che di buono si stava facendo”. 

E perplessità sul Concordato preventivo sono arrivate da Francesco Barone che ha messo in guardia su quelle che sono le possibili ripercussioni su quei soggetti che non aderiscono al concordato preventivo biennale. “Se da un lato l’adesione alla proposta del fisco comporterà una serie di benefici sul fronte degli accertamenti - ha detto -, dall’altro chi non accetterà la proposta elaborata dall’Agenzia delle Entrate rientrerà nelle liste dei contribuenti a maggior rischio di controlli fiscali.

Una possibilità prevista dallo schema di decreto legislativo approvato in Consiglio dei Ministri lo scorso 3 novembre, che delinea le regole alla base del concordato preventivo biennale in avvio dal 2024”.

Inoltre - è stato detto - il rischio di controlli fiscali incrociati da parte di Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza - è stato detto - interesserà anche le partite IVA che applicano gli ISA e i forfettari che, dopo aver trasmesso le informazioni utili per l’elaborazione del concordato preventivo biennale, sceglieranno di non accettare la proposta del Fisco.

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