“I giovani non si aspettano miracoli ma strumenti utili per costruirsi un futuro. E non c’è futuro senza lavoro. Lavoro buono”. È il monito lanciato dalla Cisal commentando l’ultimo rapporto Istat sulla condizione dei giovani nel Mezzogiorno secondo cui in Calabria si registra il più alto tasso di disoccupazione giovanile in Italia ed una delle maggiori flessioni in termini di presenza di giovani tra i 18 ed i 34 anni.
“Numeri, legati a spopolamento e disoccupazione, che fanno rabbrividire - spiega Vitaliano Papillo, segretario provinciale della Cisal di Vibo Valentia. Al sud, in Calabria, è più difficile diventare adulti. I giovani scappano via, non fanno più figli perché non trovano lavoro e quando lo trovano e restano, vivono da precari, senza sicurezze. Nella nostra regione solo 1 ragazzo su tre lavora ed aumentano i neet, i ragazzi che né studiano né lavorano".
"E’ evidente che le misure varate fino ad oggi - sottolinea - non sono state sufficienti ad invertire la tendenza, aumentando, piuttosto che diminuendo il divario con il nord. Serve assolutamente cambiare rotta adottando un piano strutturale ed infrastrutturale di sviluppo, rilanciando la centralità dell’occupazione giovanile e femminile, potenziando strumenti come l’apprendistato, promuovendo gli istituti tecnici superiori e investendo su formule in grado di trattenere i talenti migliori, o farli rientrare".
"Per contribuire alla rinascita di questa terra. Dobbiamo pensare ai lavoratori di domani, ma dobbiamo anche preoccuparci dei lavoratori di oggi mettendo a disposizione di imprese e lavoratori strumenti che possano accompagnare la loro riqualificazione”, conclude.
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