Giovedì a Lamezia Terme la tappa del tour di Dodi Battaglia con “Perle, mondi senz’età”

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images Giovedì a Lamezia Terme la tappa del tour di Dodi Battaglia con  “Perle, mondi senz’età”
Dodi Battaglia e la band
  24 febbraio 2020 13:09

di MARIO ARCURI

Farà tappa a Lamezia Terme, giovedì prossimo 27 febbraio, il tour nei teatri italiani di Dodi Battaglia, già chitarrista dei Pooh, musicista e compositore, da oltre due anni impegnato in un progetto musicale che sta riscuotendo in tutta Italia consensi e apprezzamenti. La tournée ha come titolo “Perle, mondi senz’età” e propone al pubblico pezzi quasi mai proposti dai Pooh nel corso della loro cinquantennale storia musicale. Brani rimasti impolverati nel cassetto e conosciuti realmente dai fans storici dei Pooh, ma che, senza dubbio alcuno, suscitano curiosità e apprezzamento anche da chi con queste canzoni non ha mai impattato.

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A giudicare dall’impatto e dal successo riscosso, l’artista emiliano ha vinto alla grande questa scommessa, anche perché i brani in scaletta non sono stati rimaneggiati quanto agli arrangiamenti, ma rimasti fedeli, nella maggior parte dei casi, alla originale versione. Dodi Battaglia è accompagnato, in questo viaggio dei ricordi, da una band di qualificati musicisti composta da Rocco Camerlengo alle tastiere e agli arrangiamenti, Marco Marchionni alle chitarre, Beppe Genise al basso e Carlo Porfilio alla batteria, nonchè i giovanissimi vocalist Costanzo Del Pinto e Raffaele Ciavarella. Appuntamento a giovedì sera quindi al Teatro Grandinetti di Lamezia: con le perle dei Pooh pronte a entusiasmare ed emozionare i fan in attesa di questo evento musicale.

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Intervista a Raffaele Ciavarella, vocalist del gruppo

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Provate ad ascoltare uno dei pezzi dei Pooh degli anni settanta e a individuare la voce calda e melodiosa di Dodi Battaglia, il rinomato artista e chitarrista dei magnifici quattro della storia della musica italiana. Sovrapponetela a quella di un giovane “talent vocalist” di nome Raffaele Ciavarella e trovate le differenze. Non è un gioco, ma la semplice e suggestiva realtà (o favola?) che sta vivendo questo ventunenne ragazzo molisano che, da due anni ormai, accompagna il mitico chitarrista dei Pooh nelle piazze e nei teatri italiani con i tour “Perle” e “E la storia continua”. La storia che noi vogliamo raccontare, soprattutto ai tanti giovani che amano e fanno musica, è quella appunto di Raffaele Ciavarella che ha visto la sua vita cambiare radicalmente nell’inverno del 2018, quando partecipò alla selezioni per un ruolo da corista nella band che accompagna Dodi Battaglia in questa nuova avventura della sua vita, iniziata dopo lo scioglimento dei Pooh.

E partiamo proprio della fine: Raffaele, abbiamo notato che Dodi ti presenta in tutti i suoi spettacoli come il suo avatar e con le parole: “Questo sono io quando avevo venti anni!”. E giù convinti applausi dei fan. Che effetto ti fa?

Ascoltare queste parole da un artista di tale calibro mi fa sentire onorato e fiero del percorso che sto facendo, consapevole di poter migliorare giorno dopo giorno.

Raffaele Ciavarella, vocalist del gruppo

Cosa ha spinto Dodi a scegliere te affiancandoti all’altro giovane vocalist, Costanzo Del Pinto?

Nel gennaio 2018 Dodi ha pensato che gli servisse un vocalist che rappresentasse lui da giovane nel tour “Perle”, che sarebbe iniziato nell’autunno 2018. A quel punto mi sono presentato e ho fatto un provino durante il quale Dodi è stato colpito dalla mia vocalità, per cui non ha esitato a scegliermi. Visto il mio entusiasmo ha pensato di inserirmi nel suo gruppo appena un mese dopo dal provino nel tour “…E la storia continua”, affiancandomi al vocalist Costanzo del Pinto: un amico, un fratello.

Un ragazzo dalla faccia pulita, di un’umiltà e di una semplicità disarmanti rispetto alla bellezza di cantare a fianco a uno dei mostri sacri della musica italiana. Che effetto ti fa, al netto delle apparenze? Fuori da ogni metafora, che tipo di impatto emotivo hai vissuto nel vederti vicino a un grande musicista come Dodi Battaglia?

Sicuramente durante i primi live l’ansia e la tensione erano notevoli non tanto per il pubblico quanto per il mio ruolo, quello di affiancare uno dei più grandi chitarristi europei.
Con il passare del tempo l’ansia mi ha aiutato sempre di più a dare il meglio sul palco e nel frattempo il legame con Dodi si è rafforzato notevolmente.


Dodi Battaglia, da grande professionista, musicista e cantautore, è anche un grande perfezionista. Per chi come me ha avuto modo di conoscere e seguire i Pooh nella loro carriera, si percepisce e si intuisce subito il livello di pretesa di Dodi durante i concerti verso i suoi collaboratori (come anche verso i suoi ex colleghi). Ci puoi confidare qualche ramanzina fatta nei tuoi confronti?

Essendo io un perfezionista proprio come lui, ho sempre eseguito da copione tutte le mie parti e i miei ruoli. Per cui lui non ha mai espresso disapprovazione nei miei confronti.

Quanto tempo viene impegnato nella preparazione della tournée, considerato che si tratti di eventi diversi, piazza piuttosto che teatro?

Prima di ogni tournée ci sono alcuni giorni di prove intensive che impegnano dalle 8 alle 10 ore al giorno in cui ci si concentra prettamente su tutta la parte musicale del concerto.
Appena dopo queste prove ci sono un paio o più giorni di allestimento, dove si provano: impianto, luci… in poche parole un concerto completo, ma senza pubblico.

Sappiamo che, oltre ad avere una stupenda voce, suoni divinamente la chitarra. Che rapporto hai con questo strumento e quale tipo di chitarra preferisci?

In molti sanno che il mio primo strumento è stato, ed è, tuttora, la chitarra. Ho iniziato a studiarla all’età di 6 anni e in maniera più approfondita, con un approccio classico all’età di 10 anni. È stato “amore a prima vista”! Con il passare degli anni mi sono più volte esibito con questo strumento ed ho partecipato a vari concorsi nazionali imparando a confrontarmi con altri ragazzi con la mia stessa passione. Nell’ultimo periodo mi sono avvicinato molto alla chitarra acustica, ma mantenendo sempre la tecnica dell’approccio classico dello strumento.

Da due anni stai percorrendo in lungo e in largo tutta l’Italia? Con grande coinvolgimento di pubblico impegnato a cantare con voi le “Perle” nascoste della musica dei Pooh? Dove hai maggiormente percepito il calore della gente?

Negli ultimi due anni ho visto molteplici piazze e teatri di tutta Italia. Il calore che ci da il pubblico è sempre unico ed emozionante, ma in particolare il maggior entusiasmo l’ho ricevuto, oltre che dalla Calabria, da regioni quali: Sicilia, Campania, Puglia e Lazio.

Tra i testi e le musiche dei Pooh tirate fuori dal cassetto dei ricordi da Dodi, quali sono stati i pezzi più impegnativi e perché?

Nella scaletta di “Perle” non ho riscontrato molte difficoltà, ma se dovessi dare tre titoli di canzoni più impegnative rispetto alle altre direi: “Vienna” - "Lascia che sia” - “Dialoghi”, per il semplice motivo legato all’altezza delle note da cantare.

La canzone che ami maggiormente e che ti coinvolge di più?

Il brano che mi ha coinvolto di più e che per me risulta più significativo rispetto agli altri è: “Padre del fuoco, Padre del tuono, Padre del nulla”. Come Dodi spiega prima dell’esecuzione del brano, Valerio Negrini, autore della maggior parte dei testi delle canzoni dei Pooh, ha saputo racchiudere qui l’intera storia dell’uomo, partendo dai suoi inizi fino a giungere alla propria fine. È un brano da me molto sentito, mette in rilievo, in maniera cruda, la verità che si cela dietro la vita di ognuno di noi, fatta di attimi destinati a concludersi.

Per concludere, come ti vedi in un prossimo futuro, una volta che potrebbe concludersi (ci auguriamo il più tardi possibile) questa avventura con Dodi?

In questo periodo, contemporaneamente al tour con Dodi, sto lavorando ad alcuni progetti che mi vedranno più protagonista, non solo come cantante.  Non escludo l’eventuale possibilità di partecipare ad un talent show.

 

 

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