"Una vicenda gestita con modalità inopportune, senza nessun preavviso o qualche comunicazione sui social".
30 marzo 2021 15:17di MASSIMO PINNA
Tasi 2015, Nuova Era critica ed attacca la gestione amministrativa del sindaco Pietrantonio Cristofaro e della sua giunta.
Nei giorni scorsi molti cittadini hanno ricevuto atti di accertamento relativi alla TASI per l’anno 2015. La disciplina Covid-19 ha avuto ripercussioni anche sui termini di notifica degli atti impositivi, infatti le irregolarità TASI relative all’annualità 2015 potevano essere validamente notificate anche successivamente al 31 dicembre 2020.
"Molti destinatari di questi avvisi di accertamento si - scrivono i consiglieri comunali Carolina Scicchitano e Elisabetta Ferraina - chiedono se la Tasi 2015 è prescritta: in effetti, tutti i tributi locali, come appunto la Tasi si prescrivono nel termine di cinque anni. I Comuni, però, hanno potuto approfittare di una speciale norma varata durante l’emergenza Covid che ha sospeso i termini di accertamento e riscossione ed ha “congelato” il decorso della prescrizione. Così la prescrizione della Tasi 2015 non è maturata alla normale scadenza del 31 dicembre scorso, ma è stata prorogata dal decreto Cura Italia fino al 26 marzo 2021".
L’applicazione del suddetto periodo di sospensione è stata però superata in quanto detto periodo è ora ricompreso nel più ampio arco temporale in cui opera la proroga dei termini disciplinata dall’articolo 157 del D.L. 34/2020 (c.d. decreto Rilancio) e ss.mm.ii., ove è stato previsto che per gli atti emessi entro il 30 dicembre 2020, la notifica potrà avvenire addirittura fino al 28 febbraio 2022.
"Ora non si contesta certo l’importanza del recupero dell’evasione fiscale - chiariscono - ma vogliamo sottolineare che questa operazione in realtà cela la grande improvvisazione amministrativa e la scarsa progettualità della Giunta nel compiere periodicamente controlli efficaci. Ciò ha portato infatti a concludere queste operazioni nel periodo meno opportuno per la comunità".
"Se un’Amministrazione si ritrova a fare queste manovre - sottolineano - riducendosi agli ultimi giorni vuol dire che il recupero evasione non è ben strutturato. Sennonché, da qualche giorno, siamo tempestati da segnalazioni di evidenti errori negli avvisi che porterebbero richieste di versamento illegittime o errate (addirittura ad alcuni contribuenti viene richiesto il tributo sulla prima casa). Se così fosse, si rischierebbe di riscuotere somme illegittime. Si creerebbero stress e costi aggiuntivi per i cittadini che vivono già un periodo molto “complesso”".
Gli amministratori, in questo caso, non hanno ritenuto opportuno aprire un canale di comunicazione con i cittadini. Siamo consapevoli che questi argomenti non si prestano alla logica del “like facile”, ma i girifalcesi meritavano di essere informati su quanto stava accadendo e magari si sarebbero potute attivare procedure diverse - aggiungono - noi abbiamo un concetto differente di trasparenza amministrativa e del rapporto che si dovrebbe instaurare fra Amministrazione e cittadini. Avremmo agito in modo diverso: creando un rapporto positivo con il contribuente inviando prima avvisi bonari con i quali chiedere al cittadino di potersi confrontare con gli uffici e capire meglio la sua posizione e creando uno sportello tributi dove a ridosso delle scadenze il Comune, attraverso i suoi uffici, avrebbe potuto ricevere su appuntamento il cittadino, compilargli e stampargli gratuitamente l’F24 e dare tutte le informazioni necessarie per il pagamento".
"Questa metodologia - evidenziano - avrebbe avvicinato sicuramente il cittadino all’Ente Comune, e lo avrebbe portato ad adempiere al proprio dovere fiscale evitando di essere abbandonato nella confusione di questi adempimenti. Ed invece, oggi, il cittadino si ritrova a vedersi arrivare lettere dal Comune che richiede soldi senza nessun approfondimento, né tantomeno chiarimenti. Il Comune che vogliamo è quello fondato sulla chiarezza".
"E - concludono - come scrive lo scrittore Enrico Brizzi: “Non so se andrà tutto bene, né se l’emergenza ci restituirà in qualche modo migliori alla vita civile, ma d’una cosa son certo: la differenza tra un popolo e un ammasso di gente sta nella capacità di declinare il pensiero al plurale, silenziando l’io per dar voce al noi”.
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