Fare luce su questi disservizi, riportare la sanità sui territori. La sfida per Longo e Strada
02 dicembre 2020 19:58di MASSIMO PINNA
Centro di salute mentale di Girifalco: ovvero come far morire la sanità territoriale. C’è anche Girifalco, con le sue strutture sanitarie, tra le tante emergenze che vorrà e dovrà vedere e toccare per mano, come da lui stesso dichiarato all’arrivo in Calabria, il nuovo commissario alla sanità regionale, il prefetto Guido Longo, e che di certo interesserà anche Gino Strada ed Emergency, che delle situazioni disperate ne sanno qualcosa.
Da decenni è ormai al centro di un clamoroso, per quanto incredibilmente silente fenomeno di depauperamento continuo dei servizi sanitari del territorio. Un elenco lungo. Oggi, per fare un esempio lampante, prendiamo il caso del Csm, il centro di salute mentale. Nato unico, nel 1984, fino al 2000 aperto tutti i giorni, con assistenza da parte anche di 30 unità tra medici, specialisti, educatori e personale sanitario. Al servizio di un'utenza che copre gran parte della provincia di Catanzaro.
La cura psichiatrica a Girifalco, quasi pleonastico dirlo, ha qui una sua culla d’eccellenza dal 1879. Per dire. Ma, come spesso accaduto nella nostra sanità portata progressivamente ai livelli non certo edificanti di oggi, le scelte politiche o amministrative che siano state, dal 2000 è cominciato un lento ma inesorabile declino. E’ stata creata la sede di Montepaone e cosi, anno dopo anno, si è svuotato il Csm di Girifalco. Per farla breve, oggi, per esempio, l’ambulatorio del Csm di Girifalco è aperto al pubblico per un solo giorno alla settimana. Con un medico ed un infermiere che da Montepaone vengono a prestare servizio qui. Stop. Tutto qui. Si può facilmente immaginare che chi, come per altre patologie, afferisce a un servizio delicato come questo, ha bisogno di continuità assistenziale quotidiana. O quasi. Non certo di una visita settimanale. Naturalmente chi ha bisogno, perciò, di cure psichiatriche, è costretto suo malgrado a recarsi presso altri centri, Catanzaro, lo stesso Montepaone. Di fatto la sede Csm di Girifalco viene fatta morire. E con esse mortificati i bisogni di una utenza potenziale di migliaia di persone.
Eppure Girifalco è al centro della provincia, in una posizione strategica e ben collegata, tra Catanzaro, Lamezia Terme e Soverato. Oltre alla cura e alla tradizione specialistica. A questo quadro a dir poco vergognoso, la ciliegina sulla torta che in Calabria non ci facciamo mancare mai. Naturalmente, tutte le strutture sanitarie di Girifalco, migliaia di metri cubi di strutture, sono tutte di proprietà pubblica. Mentre, solo per rimanere al Csm, per i locali di Montepaone l’Asp paga 67 mila euro all’anno. Tutto ciò grida vendetta e stride con l’enorme debito sanitario calabrese e dell’Asp provinciale, in particolare. Ecco, a tutto questo, Longo e Strada saranno chiamati quanto meno a toccare con mano queste autentiche vergogne create ad arte e silenziosamente da decenni di mala gestione. Un esempio? Sempre a Girifalco. Negli anni scorsi, l'Asp ha spostato gli uffici amministrativi da qui ai locali in fitto di Mater Dei. Ed oggi, i fitti i questione sono nel mirino dei commissari dell'Asp.
Come ricorda spesso e volentieri lo stesso Comitato Emergenza Sanità, sia l’atto aziendale della triade commissariale che le linee guida della Regione, e che la pandemia da Covid ha reso drammaticamente urgente, indicano in generale nella salute di prossimità il futuro della sanità e, in particolare, per Girifalco, la valorizzazione dell’eccellenza psichiatrica, insieme all’utilizzo delle strutture inutilizzate e alla parola fine per il vergognosa abuso di affitti privati da parte dell’Asp di Catanzaro.
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